I controlli tra le mura cittadine avevano portato gli investigatori della Mobile a fermare, nella centralissima via Pennina, il 22enne nigeriano che, al controllo degli agenti, apparì da subito nervoso e preoccupato. Venne ritrovato in possesso – occultati negli slip – di alcuni involucri di cellophane contenenti circa 10 grammi di marijuana. Poi, nella propria abitazione nel quartiere di Regina Pacis, furono rinvenuti all’interno del suo borsone sportivo da calcio 430 grammi di marijuana corrispondenti a 1.587 dosi ricavabili nascosti in una felpa e in dei calzerotti sportivi oltre a un bilancino e materiale per il confezionamento.
Ieri il pm Edoardo Capizzi ha richiesto una condanna ad un anno e 4 mesi e tremila euro di multa. La difesa (avvocatessa Romina D’Ascenzi) ha invece avanzato istanza di assoluzione ritenendo Jhon Efe estraneo ai fatti contestati nell’ambito di un «processo indiziario» in quanto il suo appartamento accoglieva sei ospiti e numerose persone libero di frequentarlo assiduamente, tutte facenti uso di sostanze stupefacenti. Inoltre, ha evidenziato l’arringa difensiva, il borsone si trovava all’esterno in un terrazzino al primo piano accessibile a chiunque anche dall’esterno oltre alla circostanza di una «non configurabilità di attività di spaccio» in assenza di episodi di cessione, di intercettazioni ambientali e in considerazione dell’esigua somma di contanti (60 euro) sequestrata.
Il giudice monocratico Carlo Sabatini – riconoscendo l’uso personale per il quantitativo rinvenuto negli indumenti intimi nella perquisizione personale - ha poi assolto il nigeriano per non aver commesso il fatto in pieno accoglimento della tesi difensiva. Da ultimo la chiosa paterna del giudice al giovane straniero per mezzo dell’interprete di lingua inglese: «Va bene fare sport e giocare a calcio, ma adesso basta con la marijuana, sei molto giovane ed è il momento di cominciare da oggi a fare la persona seria».
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