Rieti, viale Maraini: angoli di degrado
e opere incompiute nel tempo

Viale Maraini
di Emanuele Laurenzi
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Lunedì 24 Settembre 2018, 15:09
RIETI - L'incompiuta. Un aggettivo che a Rieti si usa sempre più spesso e si adatta ad un numero infinito di opere e di strutture ipotizzate, progettate, a volte persino iniziate, ma mai finite. Dopo le grandi opere infrastrutturali, tra le incompiute è entrata di diritto anche la seconda parte di viale Maraini, quella che si trova tra l'incrocio con via Porrara o via Liberato Di Benedetto e la rotatoria Melvin Jones, meglio nota a tutti come la rotonda di Madonna del Cuore. Una striscia di appena mezzo chilometro, che collega la città alla periferia, che unisce i quartieri di Micioccoli e Madonna del Cuore al resto di Rieti. Sporcizia, degrado, buche e panchine semidistrutte: è questo lo sfondo che accompagna chi percorre quel tratto di strada. Viale Maraini lì divide due dei ruderi industriali della Rieti che fu, ovvero l'ex Zuccherificio e ciò che resta della gloria che fu della Snia Viscosa. L'abbandono delle strutture non contribuisce a migliorare il panorama, ma da anni nessuno fa nulla per ridare decoro e dignità ad una strada che tutti percorrono. Per anni, inoltre, c'è stato il problema dell'illuminazione pubblica, con i lampioni che si spegnevano, lasciando la strada al buio anche per intere settimane.

LAVORI NON PARTITI
Eppure un'idea di restauro era stata avanzata anni fa. Nell'epoca della Giunta Emili, assessore Daniele Fabbro, furono deliberati i lavori di ripristino della prima parte del viale, quella che va da piazza Marconi all'incrocio con via Porrara.

I CANTIERI
Il marciapiede fu rifatto su entrambi i lati e vennero sostituiti i vecchi lampioni con quelli con luci al led, più moderni e più economici. Parte delle vecchie panchine di legno fu sostituita e venne creata un'ampia aiuola. Si sperava in una prosecuzione dei lavori, ma la fine dei fondi e il cambio della guardia in Comune fece arenare tutto. In epoca Petrangeli, a parlare di rilancio fu l'ex assessore Alessandro Mezzetti, che cambiò alcune panchine e mise mano alla questione illuminazione. Tempi lunghi, altro cambio di maggioranza e blocco totale. Passeggiare in quel tratto di strada vuole dire fare lo slalom tra le buche sui marciapiede, che diventano vere e proprie trappole nel periodo autunnale a causa delle foglie che cadono. Di sedersi non se ne parla neppure, perché dall'ingresso della Viscosa in giù, le panchine sono ridotte ad ammassi di ferro arrugginito e travi di legno semidistrutte. In passato c'erano state molte segnalazioni, ormai latitano anche quelle. Come se la gente di Rieti si fosse rassegnata all'ennesima opera incompiuta.
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