RIETI - Prigionieri e dimenticati in casa, senza riuscire a conoscere i risultati dei loro tamponi dopo una quarantena lunga venti giorni. È la storia di due giovani reatini, di età e luoghi diversi, ma entrambi accomunati da una snervante e inspiegabile attesa, dopo la scoperta della positività al Covid-19. Storie simili a quelle già raccontate da Il Messaggero lo scorso 3 novembre, quando però al laboratorio analisi dell’ospedale de Lellis si era ancora in attesa dell’arrivo del secondo estrattore molecolare per dimezzare i tempi di attesa per le risposte sull’esito dei test effettuati.
La vicenda
Ora che però il nuovo estrattore è stato consegnato il 6 novembre, restano i ritardi - e gli inspiegabili silenzi, dall’altro capo del telefono - che hanno reso tristi protagonisti due giovani reatini, nonostante le decine di telefonate fatte ai numeri della Asl per conoscere l’esito dei loro test e capire, in questo modo, se fossero ancora positivi o meno al Covid e riprendere le rispettive attività.
La testimonianza
Un caso analogo al suo è andato in scena a Greccio, con un ragazzo di 24 anni che ha ricevuto lunedì il responso sulla sua negatività, dopo avere, di fatto, trascorso l’ultima settimana in casa da negativo, ma senza saperlo: «Il 26 ottobre ho manifestato i primi sintomi, ho fatto il tampone il 29 ottobre e ho avuto i risultati dopo una settimana - spiega il giovane. - Nel frattempo, però, nessuno dalla Asl mi comunicava nulla in merito alle fasi successive e così ho prenotato da solo il secondo tampone per il 10 novembre, ma da quel momento non ho ricevuto più nessuna comunicazione e sono rimasto in quarantena fino a ieri (lunedì, ndr) quando, contattando da solo la Asl, mi è stato detto che si era verificato un errore e che sarei già potuto uscire una settimana fa».