Imputati ai quali, strada facendo, si sono aggiunti i dipendenti Alessandro Toniolli (avvocati Pietro e Italo Carotti) e Davide Carloni (avvocati Domenico Orsini e Tamara Grimaldi), portatori di posizioni che nulla c’entrano con le ipotesi di appropriazione: sono, infatti, accusati del solo reato di favoreggiamento per aver effettuato prelievi di denaro, poi versato sui conti correnti di Martellucci.
Stante il difetto di notifica, il gup Fanelli ha rinviato l’udienza al 14 maggio ma c’è stato ugualmente il tempo per registrare il deposito delle richieste di costituzione di parte civile da parte degli avvocati Costanzo Truini, Giorgio Cavalli, Diego Di Paolo e Francesco Palomba per conto di sette ex dipendenti, reduci di una pattuglia più numerosa di lavoratori (quasi tutti riassunti da Coop Centro Italia e, dunque, non più interessati a proseguire nell’azione penale) autori, insieme a soci prestatori (risarciti dei soldi investiti nella Cooperativa Risparmio) degli esposti che diedero il via all’indagine coordinata dall’ex pubblico ministero Stefano Opilio e condotta sul campo dalla Finanza.
I sette reclamano danni patrimoniali (stipendi arretrati, quote di previdenza complementare e del trattamento di fine rapporto non pagati) e morali, oltre alla perdita di chance lavorative quale conseguenza del crack finanziario. Sono oltre due milioni e mezzo di euro i soldi che sarebbero stati sottratti alle casse della Coop 76, ammanco che gli avvocati Pietro e Italo Carotti contestano, preannunciando la richiesta di una consulenza contabile, da disporre in un apposito incidente probatorio, per ricostruire i flussi di denaro in entrata e uscita, accertamento che la procura non ha mai fatto eseguire.
Lo faranno già il 14 maggio e, in caso di rigetto e di rinvio a giudizio da parte del gup, riproporranno l’istanza in dibattimento.
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