Rieti, spedizione punitiva in carcere
esplode una rissa tra i detenuti

Nella foto l'ingresso del carcere di Rieti
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Venerdì 22 Novembre 2013, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 16:25
RIETI - Non fu neppure necessario portarli in carcere, tanto si trovavano gi ospiti del Nuovo Complesso di Vazia dove erano finiti per altri reati. Così, almeno per le procedure di arresto, fu possibile risparmiare tempo e personale. Ma prima, gli agenti penitenziari faticarono, e non poco, per riportare la calma tra quei detenuti che si lanciavano sgabelli, scambiandosi colpi proibiti e inseguendosi.



Ieri mattina, dei dieci protagonisti della maxi rissa scoppiata all’interno della casa circondariale dopo una spedizione punitiva che fece finire all’ospedale due stranieri, in aula si sono presentati solo tre protagonisti (quelli che hanno sulle spalle periodi di detenzione più lunghi da scontare), mentre altri furono trasferiti e qualcuno, nel frattempo, è stato rimesso in libertà.



Per tutti, però, è rimasta l’imputazione di rissa e al termine del processo, chi era stato scarcerato, rischia di tornare in carcere in caso di condanna. Per il momento non correrà questo rischio, visto che il dibattimento non è stato possibile neppure incardinarlo: i difensori di fiducia dei vari imputati non si sono presentati e così il giudice monocratico Enrica Ciocca si è vista costretta a nominare quelli di ufficio. Insufficienti quelli già presenti in aula per altri processi, è stato necessario rintracciarne alcuni e alla fine, composto il collegio difensivo con Antonella Aguzzi, Angela Boncompagni, Costanzo Truini, Luigi Gianfelice, Federico Fioravanti, Italo Carotti e Maria Rosa Sorrentino, c’è stato solo il tempo per fissare il rinvio a maggio 2014.



Solo allora, si saprà (forse) perchè italiani e stranieri se le diedero di santa ragione. Ma tutti sono pronti a scommettere, viste le regole che esistono in carcere, che tutti e dieci i detenuti hanno perso la memoria.
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