Una decisione arrivata all’indomani della scelta del penalista di rinunciare a discutere, davanti al tribunale del Riesame, il ricorso contro il sequestro preventivo del polo culturale, ordinato dalla magistratura sulla base di presunte violazioni urbanistiche accertate dalla procura. Di conseguenza, sarà rivista anche la linea difensiva individuata dall’avvocato Carotti, deciso a chiedere al gip un incidente probatorio con la nomina di un consulente.
RESTA UN SOLO LEGALE
Ad assistere l’ente resta, al momento, solo l’avvocato Vincenzo Martorana, che nel corso della sua professione ha accumulato una grossa esperienza in materia di processi urbanistici e che, prima del sequestro, aveva già depositato delle memorie a chiarimento degli interventi edilizi effettuati a Largo San Giorgio. Restano, da capire, le ragioni della rottura avvenuta tra il consiglio di amministrazione e Carotti.
I MOTIVI DELL'ABBANDONO
Divergenze sulla strategia processuale da seguire? Probabile, ipotizzabile, anche se il penalista non vuole aggiungere nulla a quanto già deciso e comunicato sia alla Fondazione che al tribunale.
Secondo quanto si è appreso, la linea scelta dal presidente de Sanctis e dai consiglieri, sarebbe quella di attendere la conclusione dell’inchiesta e, sulla base dei risultati raggiunti dalla procura, decidere cosa fare. Dunque, niente Riesame (i termini per presentare ricorso sono scaduti) e neanche (probabilmente) impugnazione in Cassazione.
Con un interrogativo, quanto durerà l’indagine, visto che il sostituto procuratore Lorenzo Francia e gli uomini della polizia giudiziaria forestale, continuano negli accertamenti. Altre persone, oltre a de Sanctis, all’architetto Cecilia, al direttore dei lavori Pietrolucci e all’imprenditore Mario Ferretti, sarebbero intanto state iscritte nel registro degli indagati per ipotesi di reato diverse da quelle di violazione della legge edilizia. Per ora, l’unica certezza riguarda una stagione culturale a forte rischio di svolgimento alle Officine Varrone.
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