Un rinvio tecnico deciso dal direttivo delle toghe per consentire ai revisori dei conti di rimettere mano al documento contabile, inserendo anche i 45mila euro chiesti nel 2017 dalla Sabina Universitas agli avvocati per il pagamento delle quote societarie arretrate. Argomento attorno al quale si sono registrati diversi interventi tesi a fare chiarezza sull’esposizione debitoria, «perché - ha spiegato il presidente Luca Conti - nel 2015 abbiamo deliberato di uscire dalla compagine universitaria, ma il consiglio di amministrazione non ha mai ratificato il nostro atto. Diversamente, devo constatare che non è stato così quando in passato altri soci hanno fatto marcia indietro circa la loro partecipazione, come l’ordine dei commercialisti, la Cassa di risparmio e il Credito cooperativo. Segno evidente che si sta cercando di frenare l’emorragia delle uscite per limitare le perdite economiche. Contiamo, nei prossimi mesi, di risolvere la questione, anche se nel frattempo abbiamo provveduto ad accantonare le somme che non abbiamo versato».
LA DIFFICOLTA' DI USCIRE
Ma uscire dalla Sabina Universitas è tutt’altro che facile. «E’ un discorso che riguarda i soci – ribatte il presidente dell’ente Maurizio Chiarinelli – perché se sono d’accordo devono ridistribuirsi le quote di chi lascia, altrimenti non se ne fa nulla, a meno che non si viene espulsi. C’è, ad esempio, il caso del Consorzio industriale che voleva uscire invocando l’incompatibilità con la legge Madia, ma il Tar ha escluso che sia obbligato a farlo e noi non abbiamo ratificato il recesso. Per quanto riguarda gli avvocati, abbiamo proposto al Consiglio di restare socio, versando una quota minima annuale, come avviene per la Provincia, rateizzando il debito accumulato».
Assemblea molto partecipata quella di giovedì degli avvocati (all’albo risultano 427 iscritti, compresi 171 praticanti) come raramente accade, con spazio dedicato anche alla situazione del tribunale, alla regolamentazione delle udienze penali e civili e all’arrivo dei nuovi giudici in sostituzione degli otto trasferiti, che dovranno restituire funzionalità alla macchina giudiziaria
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