RIETI - Il cambio dello statuto di Asm e l’assegnazione del servizio di igiene urbana nel quinquennio 2023-2027 riportano indietro di vent’anni il Comune di Rieti, rendendo la municipalizzata cittadina di nuovo a controllo interamente pubblico. Votazione delle due delibere suggellata dall’applauso della maggioranza, ieri, in consiglio comunale (davanti a una platea di lavoratori Asm e dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e che ora attende il vaglio della Corte dei Conti e dell’Anac per l’iscrizione di Asm nell’elenco delle società “in house”.
Ricorso pendente.
La spinta. Il sindaco Daniele Sinibaldi assume la delega dall’assessore al Bilancio Andrea Sebastiani a motivare la votazione sulle due delibere: «In campo pubblico le cose vanno fatte bene - argomenta Sinibaldi - e in maniera economicamente vantaggiosa. Fare questa scelta significa ridare centralità al cittadino: con una società “in house”, gli utili devono essere reinvestiti, producendo vantaggi immediati per l’azienda e portando futuri investimenti. Inoltre si riduce il contenzioso, perché altrimenti il Comune contrasterebbe se stesso».
I dubbi. Il ricorso promosso dal socio privato aizza i dubbi dell’opposizione: «La votazione avviene alla luce del contenzioso tra socio pubblico e privato sulla legittimità dell’estromissione di Azimut - commenta Paolo Bigliocchi (Pd). - Se il tribunale dovesse decidere a favore del privato, tutto ciò che è stato fatto nell’ultimo anno decadrebbe, mettendo in difficoltà l’intero sistema». Per Carlo Ubertini (Psi), «il piano industriale di Asm non è così definibile, perché privo dei dettagli che rimandano a costi puntuali e particolari. Nelle linee industriali, poi, il presidente di Asm, Vincenzo Regnini, sostiene che ogni valutazione riportata presuppone che il valore del patrimonio netto contabile dell’azienda debba essere quello del 2021, altrimenti tutto verrebbe rimesso in discussione». Simone Petrangeli (Rieti Città Futura) marca stretto sulla ricapitalizzazione: «Il consiglio comunale torni su Asm pubblica quando avremo il contratto di servizio, perché fino a quando non ci sarà non si potrà dire di aver affidato il servizio. E la ricapitalizzazione dell’azienda non sarà a costo zero».
La chiusa finale è quella storico-politica di Maurizio Vassallo (Per il bene comune): «All’inizio degli anni 2000, i predecessori di questa giunta privatizzarono parte di Asm, mentre noi eravamo contrari. Ora ci vengono a raccontare un’altra storia, ma voi avete perso e noi abbiamo vinto: non cantate vittoria. I problemi ricominciano da oggi, con un Comune in difficoltà e che sta facendo spese molto allegre».
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