Fa squalificare un giocatore
ma l'arbitro diventa imputato

Fa squalificare un giocatore ma l'arbitro diventa imputato
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Mercoledì 14 Maggio 2014, 05:37 - Ultimo aggiornamento: 12:21
RIETI - Fuori dai campi di calcio c' ormai da un anno e mezzo e questo il secondo campionato al quale ha assistito solo da spettatore in tribuna. Potrebbe, però, anche essere l'ultimo se l'arbitro che lo ha fatto squalificare per quattro anni deciderà di fare marcia indietro rispetto alle accuse che ne avevano provocato la sospensione e che hanno finito per riservare, in sede penale, una brutta sorpresa proprio alla giacchetta nera accusatrice, citata a giudizio davanti al giudice di pace per diffamazione dopo la querela presentata dal giocatore colpito dal lungo stop.

Due procedimenti distinti e opposti, vertenti sullo stesso argomento (offese e spintoni da parte dell'atleta al direttore di gara), che vedono Stefano La Malfa, 24 anni, giovane arbitro romano, rivestire il ruolo di vittima nel primo e di imputato nel secondo.

Duplice veste anche per Elio Gerbino, atleta della formazione sabina, il tesserato squalificato per aver violato le regole federali ma, al tempo stesso, parte civile nel processo appena iniziato contro l'arbitro e subito rinviato dal giudice Nicola Perrone per consentire agli avvocati di trovare una soluzione onorevole per entrambe le parti, che eviti la sentenza. Tentativo, va precisato, non semplice, perché i destini di giocatore e arbitro appaiono legati a doppio filo.

Il giocatore (assistito dall'avvocato Arianna Del Re) che schiera in campo sette testimoni, pronti a giurare che mai e poi mai il loro compagno ha sputato al direttore di gara e neppure l'ha colpito con un pugno al momento di essere espulso (la partita fu poi sospesa), pretende una lettera ampiamente liberatoria nella quale il fischietto faccia marcia indietro rispetto alle frasi offensive e ai comportamenti violenti che si è visto attribuire, nel qual caso sarebbe disponibile a rimettere la querela evitando all'accusatore (qualora quest'ultimo non riuscisse a dimostrare la fondatezza delle accuse) una pericolosa condanna che rischierebbe di ripercuotersi sulla sua carriera. Ritrattazione che consentirebbe a Gerbino di chiedere la revisione della squalifica, allungata di altri sei mesi perché quando presentò la querela contro La Malfa non chiese l'autorizzazione - come previsto dalle norme - alla federazione. L'arbitro, a sua volta, ammettendo l'errore, potrebbe però incorrere in pesanti sanzioni disciplinari.

Trattativa stragiudiziale che, ammettono gli addetti ai lavori, si presenta molto intricata perché di casi simili non è ricca la casistica, e c'è attesa per conoscerne l'esito. Diversamente, si giocherà e la tripla è d'obbligo.