“Maria Fontana”, la cucina di casa da sessant'anni che ha fatto innamorare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l'attore Raoul Bova

“Maria Fontana”, la cucina di casa da sessant'anni che ha fatto innamorare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l'attore Raoul Bova
di Luigi Ricci
3 Minuti di Lettura
Sabato 24 Dicembre 2022, 00:10

RIETI - Una volta finito di mangiare al ristorante “Maria Fontana” di Poggio Moiano, si chiacchiera con Rodolfo Balerna, il quale, insieme alla sorella Anna Rosa e al resto della famiglia, porta avanti la tradizione del ristorante che, dal 1962, porta il nome della loro madre, quando una signora seduta accanto al nostro tavolo, intuendo che è in corso un’intervista, si alza, viene da noi e sente il dovere di affermare: «Questo è il migliore ristorante in assoluto della zona. E io ne frequento tanti. Ce ne sono altri due allo stesso livello - uno a Bolsena e un altro tra Terni e Piediluco, ma non possiamo ovviamente dirvene i nomi, ndr. - ma qui mi sento veramente a casa, come nella mia sala da pranzo». Ringraziandola, non possiamo che convenire.

Senza pubblicità. Questo simpatico quanto inaspettato siparietto avviene appena dopo che Rodolfo ci ha raccontato di un ristoratore di Trastevere che viene spesso dalle parti di Poggio Moiano, che gli ripete spesso scherzando: «Aoh! Ma è possibile che a Trastevere devo sempre sentì parla’ più del ristorante tuo che del mio?». E pensare che, come tiene a ribadire il figlio di Maria Fontana, «noi non investiamo nulla in pubblicità. La nostra popolarità dipende esclusivamente dal passaparola» e anche da un altro particolare del tutto non trascurabile: «la qualità e la quantità», aggiunge Rodolfo, ovviamente degli ingredienti impiegati in cucina, da quelli per l’antipasto, tra cui le celebrate coratella e trippa, fino ai cosiddetti ammazzacaffè per digerire: «Selezioniamo tutte le materie prime e poi facciamo tutto da noi. Nulla di industriale». Questo è il segreto che induce a percorrere volentieri una trentina di chilometri da Rieti e ancora di più da Roma e dintorni, per venire a mangiare da “Maria Fontana”.

La storia. Prima di inaugurare il locale nel 1962, in una sede diversa da quella attuale, dove invece risiede dal 1972, Maria aveva lavorato a lungo come cuoca, facendo esperienza in varie situazioni.

Quindi, a 48 anni, arrivò la decisione di mettersi in proprio, coinvolgendo tutta la famiglia per dare vita al ristorante che, quasi naturalmente, col passare degli anni, ha assunto il suo nome e cognome, valorizzando al massimo i prodotti locali e che ha tra le punte di diamante la sopraffina qualità della pasta fatta a mano, di ogni genere, lavorata per anni con grande manualità dalle massaie locali, tra cui spiccano i finissimi “capelli d’angelo”, che sono stati anche protagonisti in una puntata di “Italia che vai” condotta da Elisa Isoardi e Guido Barlozzetti, sotto la consulenza di Enrico Amadori di “Slow Food”, il quale aveva espressamente segnalato “Maria Fontana”, e non altri locali, ai conduttori del programma quando fece tappa a Rieti. E che dire dei “maccaruni” di Poggio Moiano? Ma ci fermiamo qui, poiché la lista sarebbe assai lunga, e non solo quella dei primi.

Passerella. È per tali motivi che il ristorante è diventato meta di tanti personaggi famosi nel campo dello spettacolo come della politica, incluso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che durante la campagna elettorale del 2001 - all’epoca era ministro della Difesa - terminò la giornata immancabilmente da Maria che, credendo di fargli cosa gradita, gli servì una frittata con funghi e spinaroli, ai quali però l’attuale capo di stato è allergico: «Ma si rifece abbondantemente col resto della nostra cucina», aggiunge Rodolfo, mentre cerca di ricordare i numerosi e famosi frequentatori del ristorante, da Raoul Bova a Paolo Virzì, da Rodolfo Laganà ai Ricchi e Poveri, «ma tanti mi sfuggono: non ho buona memoria per la mondanità», aggiunge. Del resto, da “Maria Fontana” la massima concentrazione è dedicata alla qualità e all’accoglienza verso i clienti. Come dire? Provare per credere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA