Coronavirus: dopo Rieti i comuni con i contagi più alti sono Fara Sabina, Borgorose e Contigliano

Coronavirus: dopo Rieti i comuni con i contagi più alti sono Fara Sabina, Borgorose e Contigliano
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 14 Novembre 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 19:22

RIETI - I numeri che a marzo e aprile facevano paura oggi diventano infinitesimali. Di fronte ai 1459 i malati di Covid-19 in provincia, i 376 della prima fase della pandemia sono un ricordo sbiadito. Ci sono comuni che hanno scoperto oggi l’emergenza, come Borgorose che nell’ondata iniziale contava due positivi e oggi 60. Il dato più altisonante è quello del capoluogo con 456 infetti. Segue Fara Sabina con 78 residenti affetti da coronavirus e Contigliano.

Qui gli elenchi Asl riferiscono di 77 positivi, dato che probabilmente si abbatterà nelle prossime ore quando arriveranno gli esiti dei tamponi eseguiti a ospiti e operatori delle case di riposo. A Poggio Mirteto i contagiati sono 68 e si contano tre morti per Covid. A Cittaducale le persone colpite dall’infezione sono circa 50. In Bassa Sabina restano sotto la soglia dei 30 contagi Magliano Sabina (27), Forano (24), Montopoli (23), Stimigliano (meno di 20).

Scendono le positività a Cantalupo, che dal picco di 30 oggi ne conta 9 di cui la metà in via di guarigione. Numeri che oscillano e spesso non ribattono mettendo in crisi le amministrazioni prima interfaccia dei cittadini. 

Lo sa bene Mariano Calisse che, nella doppia veste di presidente della Provincia e sindaco di Borgorose, uno dei comuni più colpiti, tocca con mano le criticità del sistema dell’emergenza. Due, a suo avviso, i principali punti deboli: la comunicazione e l’assistenza ai malati.

«Come presidente della Provincia – spiega Calisse - sono in contatto con quasi tutti i sindaci ed emergono paura e difficoltà. I sindaci sono in prima linea in questa battaglia, a tappare falle e attivare tutti servizi alla persona isolata. Spesso lasciati da soli, a improvvisare, scambiandosi idee e consigli tra colleghi in assenza di un protocollo standardizzato. Dal punto di vista della comunicazione, in questi giorni, facciamo fatica a restituire alla popolazione la reale fotografia dell’emergenza perché l’Asl ha riscontrato delle difficoltà nella registrazione dei positivi e quelli che si segnalano oggi in alcuni casi sono già guariti».

Ma è sulla vicinanza ai malati che Calisse pone l’accento. «Secondo me – continua - quello che manca è un’assistenza, anche solo telefonica, ai soggetti positivi. Io parlo quotidianamente con loro e nel 90 per cento dei casi trovo situazioni di abbandono. Al soggetto viene comunicata la positività del test e poi viene lasciato a casa senza indicazioni, senza la possibilità di avviare velocemente i tracciamenti. Nella maggior parte dei casi anche i contatti stretti non compaiono tra gli isolati. Quello dell’assistenza domiciliare è un problema grave, tutto è rimandato ai medici di base che però sono pochi non hanno contati diretti con l’Asl».

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