RIETI - Telefono dell’ufficio emergenza Covid della Asl che squilla a vuoto per ore, così come accade anche con il centralino dell’azienda. Nessuna indicazione su come comportarsi, come avere assistenza o come tutelare la propria famiglia. «Positivo e abbandonato»: una frase che sintetizza alla perfezione l’inferno nel quale si è trovato un quarantenne reatino che ieri ha scoperto di essere positivo al Covid. «Mi sono accorto quasi per caso che il referto era stato pubblicato. Nessuno mi ha avvisato, nonostante io rappresentassi un rischio conclamato», aggiunge l’uomo che, alla fine, ha contattato anche i Carabinieri per segnalare l’accaduto. I militari hanno confermato che, ieri e negli ultimi giorni, il loro centralino è stato preso d’assalto da persone che segnalavano gli stessi problemi.
Il quarantenne risiede nel capoluogo e lavora a contatto con il pubblico. «Nel fine settimana – racconta – ho avuto qualche linea di febbre. Non mi sono allarmato particolarmente, ma ho contattato il mio medico di famiglia». Anche se la febbre era sparita dopo un paio di giorni, è stato prescritto comunque un tampone rapido. «Quando sono andato al drive in all’ex manicomio – spiega l’uomo – mi è stato fatto il tampone naso faringeo tradizionale. Mi hanno spiegato che, vista la presenza di febbre, l’altro non sarebbe stato attendibile. I sanitari hanno aggiunto che avrei avuto il referto entro 72 ore. In ogni caso, già da due giorni mi ero isolato dai miei familiari». Mentre attendeva il referto, l’uomo ha saputo che un suo collega era risultato positivo. La doccia fredda è arrivata ieri in tarda mattinata. «Per puro caso – racconta – sono entrato nell’area riservata e ho scoperto che il referto era pronto da oltre due ore. Nessuno, però, si era preoccupato di chiamarmi».
Caccia alle informazioni
Intorno all’ora di pranzo è iniziata la caccia alle informazioni. «Ho iniziato a chiamare l’Asl – spiega – ai numeri indicati.