Dai Beatles a internet, ma a Rieti la musica si chiama sempre Maistrello

Dai Beatles a internet, ma a Rieti la musica si chiama sempre Maistrello
di Luigi Ricci
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Sabato 26 Marzo 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 07:51

RIETI - Da oltre 60 anni Maistrello è sinonimo di musica a Rieti. Un’attività inaugurata da Gioacchino e portata avanti tutt’oggi con successo dal figlio Paolo, in una storia che si dipana da un secolo all’altro senza interruzione, fra tre negozi, di trasloco in trasloco, alti e bassi di un mercato non sempre facile ma le cui tendenze e variazioni, come vedremo, sono sempre state anticipate riuscendo ad adattarvisi. 

Le origini. Tutto inizia a fine anni ‘50, quando Gioacchino gestiva in via del Porto un negozio di riparazioni elettriche: lampadari, rasoi, radio e così via. «Poi – racconta l’89enne ma ancora giovanile capostipite – mi specializzai in strumenti musicali, chitarre in particolare, e nel 1960 aprii il negozio – quello storico - in largo Potenziani.

All’epoca un altro negozio di elettrodomestici, Cenciotti, vendeva anche dischi ma essendo poco interessato iniziò a passarmeli. Allora non si tenevano rapporti con le case discografiche: 45 e 33 giri venivano recapitati direttamente da rappresentanti e grossisti. Prendevamo un po’ di tutto». 

Il boom. La svolta giunse nel 1963 con Beatles, Rolling Stones, il boom del rock e della musica giovanile: «Iniziarono ad arrivare tanti giovani affamati di novità musicali – ricorda Gioacchino – in cerca non soltanto di dischi di Beach Boys, Bob Dylan, Animals, Jimi Hendrix, Doors e così via, ma anche di gruppi e cantanti meno conosciuti, ma io ho sempre cercato di tenere aggiornato il catalogo con le ultime novità». 
Una delle cose più affascinanti del negozio erano le chitarre, elettriche e acustiche, pendenti dal soffitto, che facevano sognare i giovani: «Sbocciavano tanti complessi musicali in quel periodo e i ragazzi compravano strumenti, pagandoli faticosamente a rate», che Gioacchino concedeva con la proverbiale cortesia e riscuoteva con comprensiva pazienza. 

Dalle chitarre all'Hi-fi. La richiesta di strumenti musicali, non solo chitarre, si fece sempre maggiore e richiedeva spazi più ampi che, però, Maistrello sfruttò in un altro modo: «Insieme al boom del rock, del pop e del jazz – spiega Maistrello – si era sviluppata pure la stereofonia e i costosi impianti iniziarono a essere anche alla portata di tutti». 

E così, a un paio di numeri civici dal negozio di dischi, fu aperta la sezione hi-fi che esponeva prodotti delle migliori marche. «Fu un mercato che tirò – ricorda - fino al termine degli anni ‘80 perché con l’avvento del cd crollò la vendita di vinile e giradischi». Nel frattempo, chiusa l’hi-fi, il negozio traslocò nel 1990 in via dei Pini. 

Dal 2000 ad oggi. «Tutto andò bene fino a inizio secolo – prosegue il racconto – poi il mercato mutò totalmente profilo con la crescita di internet, download, streaming, musica immateriale non più ascoltata su supporti fissi ma su pc o telefono, con effetti negativi sulle vendite. Però noi abbiamo tenuto», racconta Gioacchino che nel frattempo, mentre nel 2005 il negozio traslocava nella sede attuale in via delle Orchidee, aveva passato l’attività al figlio Paolo, una laurea in economia e commercio rivelatasi utile per affrontare un mercato sempre più complesso e diversificato.

«Oggi tra video, cd, biglietteria eventi, gadget, edizioni speciali, ristampe, ripresa del mercato del vinile – spiega Maistrello Jr. – abbiamo una larga clientela e un catalogo che spazia dal rock al pop, dalla classica al jazz, alle ultime novità. Tra l’altro papà conservò il vinile invenduto del passato che ora ha ripreso di interesse e valore. Il tutto consente di mantenere un ruolo primario e di guardare al futuro».
Luigi Ri

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