In provincia non nascono più bambini: rischio spopolamento

In provincia non nascono più bambini: rischio spopolamento
di Antonio Bianco
3 Minuti di Lettura
Sabato 20 Gennaio 2024, 00:10

RIETI - Bambini che nascono sempre di meno e il calo della natalità che diventa un problema per le aree interne, come quella reatina. La crisi demografica, tra l’altro, porta anche a una serie di conseguenze negative come il progressivo invecchiamento e spopolamento dei borghi. Fattori che mettono a serio rischio i servizi per i cittadini, soprattutto nei piccolissimi comuni del Reatino. La maglia nera per denatalità va a Concerviano dove il tasso in sei anni, dal 2014 al 2020, ha registrato un -13,18 per ogni mille abitanti. Non va meglio a Poggio San Lorenzo dove il tasso di natalità è stato del -11,35 ogni mille abitanti. Un fenomeno che non sembra arrestarsi nemmeno a Salisano, che ha fatto registrare -8,69. Trend negativo che investe anche altri comuni della Provincia, come Micigliano, che ha visto calare le nascite del -8,51 ogni mille abitanti. Castel di Tora -6,49. Collegiove -5,62. A Forano il calo delle nascite è stato di 5,17 ogni mille abitanti. Appena dopo troviamo Roccantica -4,94. Montasola -4,87. Poggio Nativo -4,24 e Turania -4,21. Appena dopo i comuni di Casaprota (-3,979) e Casperia (-3 per mille). 

Dal calo non si salva nemmeno la città capoluogo, che ha fatto registrare un -1,38 di nascite ogni mille abitanti. E i comuni più grandi della provincia come sono messi a nascite? Cittaducale ha un tasso di natalità che non è cambiato molto nel periodo preso in considerazione e porta a casa un -0,59. Stesso discorso per Borgorose: -0,31. Performance negativa per Poggio Mirteto (-4,11) e Fara Sabina (-3,75). E poi ci sono le sorprese, come Toffia, che fa registrare un aumento della natalità di 5,94 bambini ogni mille abitanti. Sul podio della natalità troviamo Varco Sabino che fa registrate addirittura un +11,49. Seguono Poggio Catino +5,33 e Nespolo +5,17. Mentre Antrodoco si attesta a +4,52. Segno più anche per Posta (3,84) e Pozzaglia Sabino (3,18).

Interessante è il dato di Amatrice che fa registrare un +1,99, mentre l’altro comune colpito dal terremoto del 2016, Accumoli vede calare il proprio tasso di natalità di 2,48 ogni mille abitanti. 

I motivi del calo. «Il progressivo calo delle nascite – spiegano da Openpolis che ha effettuato lo studio – ha ovviamente abbattuto il tasso di natalità. Questa tendenza calante ha alla base ragioni principalmente strutturali. Sono sempre meno le donne nell’età convenzionalmente considerata fertile, anche per la progressiva uscita dei baby boomers dall’età riproduttiva. Sul fenomeno incide anche il fatto che, rispetto agli anni passati, è progressivamente diminuito il contributo alle nascite dei cittadini di origine straniera». 

A livello nazionale, a diminuzione del tasso di natalità ha riguardato la totalità dei comuni della città metropolitana di Cagliari e della provincia di Ferrara. Nonché il 90% o più dei territori nelle province di Monza e Brianza (96%), Brindisi (95%), Pistoia (95%), Ravenna (94%), Taranto (93%), Ragusa (92%), Pesaro e Urbino, Milano e Barletta-Andria-Trani (queste ultime al 90%). Tra i capoluoghi, l’unico a registrare un aumento è stato La Spezia: 6,97 nati ogni mille abitanti nel 2014, 7,28 nel 2020. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA