Questa proposta contiene già in sé una parte della copertura, nel senso che si attingerebbe proprio ai fondi attualmente impegnati per detrazioni fiscali, assegni al nucleo familiare, bonus legati alla maternità ed alla nascita ed altri ancora. Resterebbero però circa dieci miliardi da finanziare, data la maggiore generosità della proposta del Pd. Più contenuto il costo di un’altra misura chiave, ovvero la riduzione strutturale del cuneo contributivo sul lavoro stabile (un punto all’anno per quattro anni): il meccanismo sempre secondo Nannicini produrrebbe oneri limitati nei primi anni, data la sua natura graduale, mentre a regime dovrebbe essere finanziato per poco meno di 2 miliardi l’anno.
Sul fronte fiscale le riduzioni promesse riguardano sia le imprese (con un ulteriore calo dell’aliquota Ires) sia i lavoratori autonomi che beneficerebbero di un bonus simile agli 80 euro percepiti dai lavoratori dipendenti. Il piano dello stesso Pd per le coperture si affida in buona parte ad un allentamento dei vincoli di finanza pubblica, in termini di minor avanzo primario: questo saldo (la differenza tra entrate e uscite al netto della spesa per interessi) resterebbe al 2% del Pil con un beneficio stimato in mezzo punto l’anno (8-9 miliardi). Il resto delle coperture dovrebbe arrivare da revisione alla spesa e lotta all’evasione fiscale.
Nell’ambito del centro-sinistra +Europa si distingue proponendo invece il congelamento della spesa al suo livello nominale.
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