M5S cerca voti a destra. E Matteo Salvini: «Siamo con voi»

M5S cerca voti a destra. E Matteo Salvini: «Siamo con voi»
di Renato Pezzini
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Mercoledì 8 Giugno 2016, 08:44
MILANO - Io ti voto a Roma, e tu mi voti a Milano. Lo chiamano «il biscotto», e per oraè un semplice esercizio di fantapolitica. In pratica: il centrodestra più o meno segretamente sostiene la Raggi nel ballottaggio di Roma la Appendino a Torino,e in cambio i grillini votano Parisi al ballottaggio di Milano. Tutto molto suggestivo, se non fosse ormai dimostrato che gli elettori (militanti a parte) se ne infischiano delle indicazioni dei partiti. Specie se sono «indicazioni sotterranee».

 

IL BISCOTTO
Quella di Matteo Salvini, in realtà, non è una indicazione sotterranea: «Se votassi a Roma sceglierei Virginia Raggi, se votassi a Torino scegliere Chiara Appendino». Cioè le due candidate dei 5 Stelle. La logica del capo leghista è chiara: il suo obiettivo primario è quello di «dare una lezione» a Renzi. Che è, più o meno, lo stesso obiettivo dichiarato dei vertici del MoVimento grillino. I quali però, per non inzaccherare l'immagine di forza «diversa», indicazioni di voto non ne danno.«Annullerò la scheda scrivendo il nome di Beppe Grillo» annuncia l'avvocato Corrado, candidato Cinquestelle di Milano impegnato a curare le ferite del suo scarso 10 per cento. Però è chiaro che l'endorsement di Salvini a favore delle candidate grilline di potrebbe spingere i sostenitori del M5S a ricambiare il favore a Milano. Non a caso il candidato del centrodestra, Parisi, ha già dato il via alle lusinghe. «Noi siamo forza del cambiamento, e anche i grillini vogliono il cambiamento».Insomma: in nome dell'antirenzismo il MoVimento dà la caccia agli elettori di centrodestra, e il centrodestra dà la caccia agli elettori grillini. Con molti distinguo, ovviamente. A cominciare da quello di Berlusconi, elettore a Roma e propugnatore dell'equidistanza: «Andrò al ballottaggio, ma voterò scheda bianca». Faranno lo stesso coloro che al primo turno hanno votato Marchini? Oppure preferiranno scegliere uno dei due candidati - Raggi e Giachetti - senza fare calcoli dietrologici? A roma il Pd punta soprattutto su quel 46% di astenuti al primo turno, per raggiungere e (magari) superare la Raggi.C'è poi la controversa questione della sinistra radicale. Che è andata maluccio in ogni dove, ma che è in possesso di un pacchetto di voti che potrebbe essere determinante. A Torino, per esempio, Piero Fassino (Pd) avrebbe vita facile se riuscisse ad assicurarsi i voti di quelli che al primo turno hanno scelto Giorgio Airaudo. Così come a Beppe Sala farebbe un gran comodo portare dalla sua quel 4 per cento di elettori che domenica scorsa hanno messo la croce su Basilio Rizzo.

LA SINISTRA RADICALE
La sinistra radicale, però, non pare intenzionata a dare indicazioni di voto a favore dei candidati del Pd. Ed è innegabile che negli ultimi due anni le ruggini fra la sinistra di governo e la sinistra di opposizione si sono così sedimentate da non rendere in alcun modo automatico il travaso di voti a favore di Sala, o di Giachetti, o di Fassino. Anzi, serpeggia tra i vari Civati, Fassina, Ariaudo una certa voglia di rivalsa nei confronti del Pd di Renzi da far pensare che l'astensione possa essere l'opzione più gettonata. Sono in programma assemblee per decidere il da farsi, anche perché c'è chi (come molti esponenti di Sel) premono per un appoggio pubblico ai candiati del centrosinistra. Anche se vale per la sinistra radicale ciò che vale per tutti: gli elettori delle indicazioni di voto non se ne fanno niente.