Destra-sinistra addio?/La geografia della politica cambiata dal “tedesco”

di Sebastiano Maffettone
4 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Giugno 2017, 00:05
Scherzi (grillini) a parte e a meno di sorprese, in Italia dovremmo avere tra poco la nuova legge elettorale. Che dovrebbe essere una variazione italiana del sistema elettorale tedesco, sarebbe a dire voto proporzionale, liste bloccate, no alle preferenze, soglia di sbarramento che esclude i partiti sotto il 5%. Un sistema del genere dovrebbe portare a una notevole semplificazione del panorama partitico, riducendo a un numero che varia da 4 a 6 le forze rappresentate in Parlamento. Tale semplificazione è sostanzialmente benvenuta, dato che da tradizione la politica italiana - tenendo presenti i due assi fondamentali in materia - rappresenta a sufficienza gli elettori ma decide assai poco. E la semplificazione attesa implicherebbe proprio maggiore capacità di decidere e di governare il paese. Accanto a questo effetto prevedibilmente positivo, il nuovo sistema elettorale potrebbe portare a un profondo cambiamento del disegno complessivo e della geografia politica in Italia. Intendo dire che il cleavage centrale, il perno intorno al quale il sistema ruota, finirebbe con non essere più quello classico destra-sinistra. Quest’ultimo può essere concepito, seguendo un maestro come Norberto Bobbio, come una distinzione tra i fautori della libertà (destra) e quelli dell’eguaglianza (sinistra), o in altri modi più o meno simili. 


Ma, comunque sia, è sempre rimasto come distinzione irrinunciabile nel panorama democratico non solo italiano ma occidentale. Ora, al contrario, le alleanze che si possono immaginare dopo i prevedibili risultati di un’imminente elezione con il nuovo sistema in Italia non rispondono più a questa logica. Una coalizione PD-Forza Italia oppure 5 Stelle-Lega, infatti, non può basare il suo appeal politico su di un retroterra riconoscibile come di destra o di sinistra. Cosa che, se si verificasse, meriterebbe senza dubbio una riflessione. In Inghilterra dove, con tutti gli imprevisti del caso, la democrazia è di casa non si cambia mai sistema elettorale e neppure la forma dei collegi. E’ da quando ero bambino che, con piccole eccezioni, si vota tory o labour, che a turno vincono le elezioni e i cui leader fungono in conseguenza della vittoria elettorale del loro Partito da Primo Ministro. In Italia, invece, si cambia sistema elettorale con una certa frequenza.

Nel complesso, credo che il modo inglese sia migliore. Se non altro perché assicura un certo equilibrio tra quelli che ho chiamato prima gli assi fondamentali di ogni sistema elettorale, cioè la capacità di rappresentare il popolo e la capacità di decidere da parte del governo. Inoltre, sempre in Inghilterra, dopo le elezioni si sa quasi sempre chi ha vinto e chi ha perso, cosa che dopotutto resta essenziale in una competizione. In Italia. Invece, il sistema elettorale, come si diceva, cambia di tanto in tanto. E questo è senza dubbio una spia di una certa fragilità del nostro quadro politico.

Un quadro politico forte tiene ferme le regole generali e cambia il nome dei vincitori di volta in volta invece di cercare di cambiare le regole future secondo gli interessi di chi ha vinto la volta prima. <HS9>Tuttavia, a pensarci bene, proprio la fragilità del sistema politico italiano consente qualcosa che agli altri non è permesso. Voglio dire che la porosità intrinseca della politica italiana consente di fare emergere al suo interno delle novità che altrove -per la maggiore rigidità del quadro politico- non riescono a emergere. Se guardiamo con attenzione a quanto è successo negli ultimi decenni in Italia, ce ne accorgiamo. La televisione diviene centrale in politica? Noi eleggiamo Berlusconi. Il web cambia la nostra vita?

E il popolo italiano vota per i Casaleggio boys.
In fondo, televisione e web sono per noi oggetti di importazione. Ma i cambiamenti politici più radicali a essi collegati li abbiamo avuti noi. E’ successo in Italia e non a New York o in California. <HS9>Tutto ciò per notare che se avremo la nuova legge elettorale, come pare, e se questa rimuoverà il cleavage classico destra-sinistra, allora ancora una volta l’Italia sarà avanguardia politica. La distinzione destra-sinistra sembra infatti divenire obsoleta dappertutto, sostituita da nuove distinzioni più coerenti con il clima generale. E se gli inglesi -referendum a parte- continuano a votare tory o labour, forse non sono al passo. Mentre noi…
© RIPRODUZIONE RISERVATA