Borgna nel ricordo di Rutelli e Veltroni: «Ha lasciato a Roma frutti incancellabili»

Francesco Rutelli e Walter Veltroni
di Francesco Rutelli e Walter Veltroni
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Venerdì 21 Febbraio 2014, 11:58
impossibile associare Gianni Borgna all’idea di qualcuno che viene a mancare per sempre. Egli lascia Roma, ma ha lasciato a Roma frutti incancellabili. Non potr presentare, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, i suoi ultimi libri e studi. Né la grande Mostra su Pasolini, che tanto successo ha raccolto a Barcellona e Parigi, e si aprirà al Palazzo delle Esposizioni il prossimo 15 aprile; ma sarà presente con nuove idee e creazioni sorprendenti.

Oggi in Campidoglio ripercorreremo, assieme a Goffredo Bettini, la vicenda politica, culturale ed umana di Gianni Borgna. Come Sindaci che lo hanno avuto accanto, ed amici affettuosi, vogliamo condividere con i Lettori un ricordo che è segno di riconoscenza della Capitale verso di lui. La personalità di Borgna non può limitarsi alle vicende di Roma: è stato Consigliere della Biennale di Venezia, studioso anticonformista e brillante della Musica popolare contemporanea, autore di pièces teatrali, autore di saggi sociologici sulla realtà giovanile, organizzatore di appuntamenti culturali di rango internazionale. Ma a Roma Borgna ha dato il meglio di sé, come Assessore alla Cultura dal dicembre 1993 (prima Giunta Rutelli) sino al 2006 (Giunta Veltroni); ed è stato Presidente di Musica per Roma, ovvero dell’azienda che governa l’Auditorium: ha contribuito a realizzarlo, e poi a farlo divenire una delle imprese culturali di maggiore successo a livello mondiale.

È il Borgna amministratore e organizzatore – perché uomo politico appassionato, sensibile e colto – che va esaltato oggi. In tempi in cui la doglianza o l’invettiva diventano scudo di troppi pubblici servitori di fronte alle difficoltà del governo, spicca la sua capacità di non sottrarsi mai alle responsabilità, di ricercare sempre una soluzione, di cercare di unire le sensibilità più diverse, di far funzionare apparati amministrativi con il coinvolgimento e l’entusiasmo di chi ne fa parte. Comunicare, infatti, è importante: ma lo è molto di più se si comunicano atti di governo, fatti, iniziative reali. Gianni Borgna è stato protagonista del superamento di un’antitesi che aveva caratterizzato a lungo la cultura romana: tra “effimero” ed interventi permanenti. Così come capì che la qualità, solo la qualità, era la sintesi possibile tra le diverse dimensioni della cultura, faticando lui a trovare una sorta di gerarchia che collocasse qualche disciplina o qualche linguaggio ai margini, quasi reietti, di una sorta di decalogo del “culturalmente corretto”. Amava Hegel, Pasolini, Sanremo. Era un uomo intero, curioso e cercatore.



L’INTELLETTUALE

Ha cercato queste sintesi nuove da nostro assessore, ruolo che ha svolto da intellettuale moderno, appassionato di ogni forma di creatività e di ogni forma di consumo artistico. Sapeva che la promozione della Cultura a Roma non può che essere fondata sulla tutela e la valorizzazione di un Patrimonio unico al Mondo, su infrastrutture contemporanee di rango internazionale, su eventi ed iniziative popolari, diffusi, di qualità. E così è stato, per molti anni; così, insieme, abbiamo restituito alla Capitale un’attrattività – anche turistica -, che ha concorso a migliorare la vita quotidiana, e l’amore verso l’identità ineguagliabile, spesso trascurata o dimenticata, della Città Eterna. La Cultura è un settore produttivo-chiave. Con la Cultura si può creare lavoro, oltre a consolidare valori civili e di civiltà che toccano il senso, la vita di milioni di persone.

Il giorno della morte di Gianni è stato un giorno di pioggia. Non poteva che essere così. Ogni volta che si teneva all’aperto un concerto, una manifestazione culturale, e scrutavamo il cielo temendo l’arrivo dell’acqua, Gianni sorrideva, col suo ghigno ironico: «Ci penso io. Il talismano sono io». Non ha mai piovuto durante gli appuntamenti all’aria aperta di quei 15 anni, neppure a Capodanno e in pieno inverno. E se questa fortuna in pubblico di Gianni non è stata accompagnata dalla durata della vita che avrebbe meritato, il suo dinamismo, il suo spirito critico, la sua empatia non smetteranno di accompagnarci: toccherà alla moglie Anna Maria rivelare i tesori depositati nel suo computer. Gianni nell’ultimo anno ha infatti dovuto mollare l’inseparabile Vespa e, costretto a casa, ha scritto, prodotto, preparato cose nuove. Tutti potremo goderne, e ricordare che Gianni non ci mancherà per sempre.
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