L'Anm «non ha mai dichiarato che l'introduzione di un tetto massimo alle retribuzioni di 240.000 euro annuali sia un attentato alla libertà o all'indipendenza della magistratura. Chi sostiene il contrario è invitato a dimostrare, una volta per tutte, quando e come l'Associazione avrebbe fatto una simile affermazione», aggiunge l'Associazione nazionale magistrati. Nell'articolato comunicato con cui replica alle affermazioni del presidente del Consiglio, l'Anm ricorda inoltre che «tale tetto è raggiunto solo dai massimi vertici della Corte di Cassazione e della relativa Procura Generale e che la retribuzione media dei magistrati è enormemente inferiore a quella cifra».
«Gli uffici giudiziari non chiudono mai e l'Anm non ha mai dichiarato che la riduzione della sospensione feriale e delle ferie sia un attentato ai magistrati», prosegue. «In realtà - si spiega nella nota - l'istituto della sospensione dei termini processuali in periodo feriale - fino ad oggi fissato dal 1 agosto al 15 settembre - è destinato ad assicurare il concreto esercizio del diritto di difesa (art. 24 Cost.), al fine di evitare il decorso dei termini processuali nei processi ordinari, in un tempo che i cittadini tradizionalmente dedicano al riposo annuale». «Quanto alle ferie, finora determinate in 45 giorni, - prosegue il comunicato - in tale periodo i magistrati erano comunque tenuti al deposito dei provvedimenti, non essendo prevista alcuna sospensione dei relativi termini. Dunque, il numero dei provvedimenti emessi è indipendente dalle ferie godute, la cui riduzione non potrà determinare alcun incremento di produttività».
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