Obama fa da paciere e incontra Sanders: il senatore promette di combattere insieme a Hillary per sconfiggere Trump

Obama fa da paciere e incontra Sanders: il senatore promette di combattere insieme a Hillary per sconfiggere Trump
di Anna Guaita
4 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Giugno 2016, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 16:37

NEW YORK – E’ stato un incontro di oltre un’ora, alla fine del quale Bernie Sanders ha elogiato l’ «imparzialità» di Barack Obama e del vicepresidente Joe Biden: «Non hanno tentato di influenzare il processo, nè tentato di mettere un dito su un piatto della bilancia».  Bernie Sanders ha esordito con queste parole concilianti, quando è uscito dall’appuntamento con il presidente. Ed ha fatto capire quali saranno i suoi movimenti ora che la sua rivale Hillary Clinton ha il numero di delegati che le confermano la nomination: si capisce che il 74enne senatore del Vermont  intende restare in gara fino alle primarie della città di Washington, martedì prossimo, dopo le quali, ha confermato, si inconterà con Hillary «per cercare una strada insieme per sconfiggereDonald Trump e assicurarci che il nostro governo non esprima solo gli interessi dell’1 per cento».


 
In altre parole: Sanders vuole rimanare in corsa fino alla fine, ma ha capito e accettato che dovrà rientrare nei ranghi, negoziare con Hillary Clinton e trovare un ruolo diverso nel resto della campagna. Ma è chiaro anche che non  intende allontanarsi silenziosamente. E che intende combattere con le unghie e con i denti contro Donald Trump: «E’ inconcepibile che nei nostri giorni ci sia un candidato che mette il razzismo e la discriminazione al centro della sua campagna, e farò ogni cosa in mio potere per evitare che venga eletto».  

​Obama poco dopo ha rilasciato un video con cui ha dato l'endorsement a Hillary Clinton, anche però ringraziando Bernie Sanders per aver contribuito a portare "milioni di nuovi elettori alle urne". 
 
  Concluso l’incontro con Obama, che aveva chiesto lui stesso, Sanders ne ha approfittato  per sciorinare una summa di tutte le sue idee, proprio lì, davanti alla Casa Bianca. Con al fianco la fedele e immancabile moglie Jane, ha attaccato la società Usa che sta diventando «una società oligarchica», ha lamentato il fatto che gli Usa, il Paese più ricco del mondo, possa tollerare di avere milioni di anziani che non hanno abbastanza cibo sulla tavola, milioni di bambini che soffrono la fame, un altissimo tasso di mortalità nelle riserve indiane, decine di migliaia di ragazzi appena laureati e già oberati di debiti per le esorbitanti tasse universitarie, infrastrutture decrepite quando si potrebbero ricostruirle dando lavoro a milioni di persone. «Tutti questi temi – ha sottolineato – li porterò alla Convention di Filadelfia questa estate». Cioé chiederà che siano inclusi nella piattaforma elettorale. Bisognerà vedere se il partito accetterà di essere spostato tanto a sinistra. E anche bisognerà vedere se Barack Obama, che è il capo del partito democratico fino a che sarà presidente, accetterà di farsi dettare la strada che il partito deve percorrere.

Per ora i toni sono stati estremamente amichevoli, Obama ha accolto Sanders con pacche sulla spalla e grandi sorrisi.  Nei giorni scorsi Joe Biden aveva chiesto ai media di essere «eleganti» e lasciare a Sanders il tempo di decidere in pace, e ha anche lui incontrato il senatore nel pomeriggio, insieme al leader democratico al Senato Harry Reid. Anche la leader democratica della Camera, Nancy Pelosi ha insistito che Sanders sia «trattato con rispetto» e gli sia concessa l’opportunità di prendere le sue decisioni con calma.
Il partito democratico sta dunque tentando di rabberciare la frattura, e Barack Obama mette sul tavolo la propria popolarità  (nel partito viaggia oltre l’80 per cento di approvazione)  per sanare le ferite.

Ma c’è da dire che fra Hillary e Bernie non ci sono stati scambi cattivi o aggressivi come abbiamo visto durante le primarie repubblicane. Anzi fra di loro c’è stata una lezione di correttezza: per quanto i loro sostenitori alle volte abbiano superato il limite e lanciato accuse spesso pesanti se non addirittura intimidatrici, la lotta fra i due candidati è stata in genere pulita. Difatti uno studio dei loro 206,528 spot tv ha rivelato che non ce n'è neanche uno dai toni "negativi". E questo permetterà che la settimana prossima, quando finalmente si siederanno al tavolo per negoziare l’uscita di Sanders e il suo appoggio a Hillary, non ci sarà da superare troppo malanimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA