Oggi a Mosca l'incontro tra Tsipras e Putin che potrebbe cambiare il destino di Atene

Oggi a Mosca l'incontro tra Tsipras e Putin che potrebbe cambiare il destino di Atene
di Luca Lippera
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Martedì 7 Aprile 2015, 19:54 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 10:23
Perché si vedono e cosa potrebbe venirne fuori? L'Unione Europea, benché faccia “spallucce”, si interroga molto seriamente sull'incontro a Mosca tra il primo ministro greco Alexis Tsipras e il presidente russo Vladimir Putin. Ufficialmente si parlerà solo di possibili sconti sul gas importato da Atene. Ma molti sono convinti che Mosca, fornendo aiuti economici (comunque arrivino) a un Paese che si sente strangolato dalla Ue, avrebbe una formidabile carta per tornare protagonista anche nella penisola ellenica, uno scenario di primo piano nella visione strategica del Cremlino.


Il viaggio di Alexis Tsipras arriva all'indomani dell'ennesima bacchettata alla Grecia da parte dell'Unione Europea: la Ue ha ribadito, per l'ennesima volta, ormai è un ritornello, che le misure economiche di Atene «vanno nella direzione sbagliata». La trasferta a Mosca del primo ministro ellenico, leader di un partito fortemente connotato a sinistra, era ovviamente fissata da diverse settimane. Ma secondo gli osservatori si percepisce una cronologia non casuale nel susseguirsi degli eventi: il braccio di ferro infinito con Bruxelles, l'ennesima richiesta dei greci ai tedeschi di pagare «i danni di guerra», gli stop and go di Atene sul pagamento dei debiti internazionali, ora il colloquio-udienza al Cremlino. Messaggio neppure troppo velato: Atene, se proprio le cose dovessero precipitare, magari con l'abbandono dell'euro e il ritorno alla dracma, non è sola al mondo e può rivolgersi altrove.



Una fonte del governo russo citata dal quotidiano moscovita “Kommersant” ha fatto capire che Putin e Tsipras potrebbero parlare anche di possibili prestiti ad Atene. Sono cose di cui non vi sarà traccia nei comunicati ufficiali. Ma la Russia, nonostante le sanzioni volute dall'Occidente per la questione ucraina, resta un gigante economico rispetto alla Grecia. Il governo ellenico proprio in questi giorni dovrà rimborsare circa 450 milioni di euro per un prestito ricevuto dal Fondo monetario internazionale guidato dalla francese Christine Lagarde. Gli analisti sono scettici sulla possibilità che Mosca fornisca un aiuto diretto in denaro per turare la falla. Ma le possibilita di intervento indirette sono praticamente infinite. Ai russi, tanto per dire, basterebbe acquistare un vagone di buoni del tesoro greci - c'è una maxi asta a breve - per far affluire denaro “cash” nelle casse del governo Tsipras.



Atene ha bisogno di ossigeno, Mosca guarda lontano. La proposta di Putin a Tsipras di avere un ruolo di primo piano nella realizzazione del nuovo gasdotto tra Russia e Turchia sembra andare in questo senso. L'Unione Europea ha di fatto bloccato per ragioni politiche - lo scontro sull'Ucraina - la costruzione del cosidetto Southstream, l'impianto che doveva passare attraverso la Bulgaria. Mosca si rivolge altrove: by-passare la Ue e far arrivare comunque miliardi di metri cub di metano sulle sponde occidentali del Mediterraneo avrebbe un peso enorme nel contrastare in futuro la strategia americana di far affluire in Europa il suo shale-gas portandolo via nave attraverso l'Atlantico. La Grecia in questo costituirebbe un avamposto formidabile: ci sarebbe materia prima disponibile a due passi dalle coste dei Paesi dell'Europa meridionale e presumibilmente costerebbe molto meno di quella trasportata attarverso un oceano con le petroliere.



Il primo ministro greco ha visto anche il premier russo Dmitry Medvedev, il patriarca di Mosca (la Grecia è un Paese prevalentemente ortodosso come la Russia) e una delegazione di studenti universitari. Tsipras, secondo l'agenda uffciale, lancerà «l'anno del turismo della Russia in Grecia e della Grecia in Russia per il 2016». Ma i temi caldi, l'Europa lo sa, saranno ben altri. Mosca ad esempio potrebbe decidere di sostenere Atene eliminando, per il settore agricolo, le contro-sanzioni decise dal Cremlino in risposta a quelle della Ue per l'Ucraina: sarebbe la fine dell'embargo e un modo per spezzare il fronte della Ue. Le imprese greche, a differenza delle nostre e di quelle di tutti gli altri partner europei, tornerebbero a esportare liberamente verso il grande vicino al di là del Mar Nero. Putin e Medvedev ovviamente chiederebbero adeguate contropartite. Per il gigante energetico Gazprom un ruolo di primo piano nella privatizzazione delle infrastrutture del gas in Grecia, per le ferrovie russe la possibilità di acquisire la maggioranza nella gestione del maxi-porto di Salonicco. Il leader ellenico andrà fino in fondo? Se la risposta fosse sì, la Russia è pronta, e un pezzo di Europa potrebbe volgere di nuovo lo sguardo a Est.
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