Gb, «Ci spiano dalle foto e dalla tv»: madre psicolabile dà fuoco a casa e tenta di suicidarsi con la figlia 15enne

Gb, «Ci spiano dalle foto e dalla tv»: madre psicolabile dà fuoco a casa e tenta di suicidarsi con la figlia 15enne
di Federica Macagnone
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Venerdì 30 Giugno 2017, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 21:31
«Aiuto, la casa è in fiamme e mia madre non mi lascia scappare». Era un disperato grido nella notte lanciato da una ragazza di 15 anni che, con le lacrime che le rigavano il viso, sperava che qualcuno la vedesse, che potesse salvarla dal fuoco che stava divorando la sua casa a Rochdale, nel Regno Unito. Fortunatamente quelle urla non sono rimaste inascoltate e alcuni vicini sono intervenuti, lottando con la madre, la 36enne Julie Boyle, affinché lasciasse andare la figlia. Adesso, per quella notte di follia, la donna è stata condannata a tre anni di carcere dopo che, durante il processo, le sono stati riscontrati gravi problemi mentali.

Era una notte di febbraio e Julie non riusciva più a lottare con quell'ossessione che la perseguitava: era convinta che dalla tv, dalle foto e dai libri qualcuno potesse spiarla. In pochi attimi aveva dato fuoco a tutto ciò che lei vedeva come pericoloso. Con lei c'era la figlia che, accortasi delle fiamme, ha tentato di scappare: la madre, però, aveva chiuso tutte le porte a chiave e le impediva di uscire. Disperata, la ragazza si è messa a urlare alla finestra sperando che qualcuno si accorgesse di lei. E così è stato.

«Un vicino ha visto le fiamme, mentre un altro aveva captato il messaggio disperato della ragazza - ha detto il procuratore - Hanno sfondato la porta di casa e hanno lottato con Julie affinché lasciasse uscire la figlia. Solo dopo una breve colluttazione i due sono riusciti a mettere in salvo la ragazza».

Julie è stata arrestata e sua figlia è stata affidata a un'altra famiglia. «In quella notte ha messo a repentaglio la vita di sua figlia e del vicinato, causando danni alla casa che aveva preso in affitto per 50 mila sterline» ha detto in aula il giudice condannandola a tre anni di reclusione.
«È stata affetta da una sindrome paranoide, ma adesso si rende conto di avere dei problemi - ha detto l'avvocato Ben Knight, l'avvocato di Julie - Adesso si rende conto che nessuno dalla tv o dalle foto la sta guardando ed è consapevole che ha molto da fare per intraprendere la giusta strada per la guarigione».

 
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