Era una notte di febbraio e Julie non riusciva più a lottare con quell'ossessione che la perseguitava: era convinta che dalla tv, dalle foto e dai libri qualcuno potesse spiarla. In pochi attimi aveva dato fuoco a tutto ciò che lei vedeva come pericoloso. Con lei c'era la figlia che, accortasi delle fiamme, ha tentato di scappare: la madre, però, aveva chiuso tutte le porte a chiave e le impediva di uscire. Disperata, la ragazza si è messa a urlare alla finestra sperando che qualcuno si accorgesse di lei. E così è stato.
«Un vicino ha visto le fiamme, mentre un altro aveva captato il messaggio disperato della ragazza - ha detto il procuratore - Hanno sfondato la porta di casa e hanno lottato con Julie affinché lasciasse uscire la figlia. Solo dopo una breve colluttazione i due sono riusciti a mettere in salvo la ragazza».
Julie è stata arrestata e sua figlia è stata affidata a un'altra famiglia. «In quella notte ha messo a repentaglio la vita di sua figlia e del vicinato, causando danni alla casa che aveva preso in affitto per 50 mila sterline» ha detto in aula il giudice condannandola a tre anni di reclusione.
«È stata affetta da una sindrome paranoide, ma adesso si rende conto di avere dei problemi - ha detto l'avvocato Ben Knight, l'avvocato di Julie - Adesso si rende conto che nessuno dalla tv o dalle foto la sta guardando ed è consapevole che ha molto da fare per intraprendere la giusta strada per la guarigione».
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