Cina, morto suicida il proprietario della miniera di gesso crollata a Natale

Soccorritori cinesi impegnati nelle operazioni di salvataggio dei lavoratori ancora intrappolati nella miniera di gesso crollata
di Ida Artiaco
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Domenica 27 Dicembre 2015, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 14:15
Si è lanciato in pozzo di acqua e si è lasciato affogare. Così a deciso di mettere fine alla sua vita il proprietario della miniera di gesso, nella provincia cinese dello Shandong, crollata venerdì scorso con 29 persone al suo interno. Congbo, presidente della Yurong Commerce and Trade, la società che gestisce i lavori, si è ucciso all’alba di questa mattina. Alla base del suo gesto, probabilmente, la considerazione che le autorità di Pechino riservano dure punizioni, tra cui pene detentive, ai manager e ai responsabili della sicurezza in seguito a grandi tragedie sul lavoro. Anche a lui sarebbe toccato questo destino.
Pare che Congbo stesse aiutando i soccorritori quando, preso dalla disperazione, ha deciso di suicidarsi. Intanto, continuano le indagini degli investigatori per comprendere le cause del crollo in cui una persona è stata uccisa e altre undici sono state portate in salvo. All’appello mancano però altri 17 minatori che dal giorno di Natale sono intrappolati all’interno della miniera. Nelle operazioni di salvataggio sono coinvolti 700 tra uomini in divisa e volontari, che cercano di far arrivare acqua e cibo a coloro che sono ancora all’interno dello scavo.
Il crollo è stato così violento da generare un tremore equivalente ad un terremoto di 4 gradi di magnitudo della scala Richter, mentre numerosi sono i danni subiti da campi coltivati e strade adiacenti. L’incidente è avvenuto pochi giorni dopo la frana che ha travolto un centro industriale a Shenzhen, uccidendo una persona e disperdendone altre 75. Secondo dati ufficiali raccolti in giro per il mondo, sono state 931 le vittime di incidenti all’interno delle miniere nel corso del 2015. 
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