Estratto blocco di pietra di 600 kg: dentro c'è la testa di un dinosauro

Il blocco di roccia che contiene il cranio del dinosauro Bruno
di Paola Treppo
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Venerdì 29 Giugno 2018, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 07:20

DUINO AURISINA (Trieste) - Estratto il blocco di roccia che contiene il cranio del dinosauro Bruno, l’adrosauroide vissuto circa 70 milioni di anni fa. La complessa operazione di rimozione dal luogo di rinvenimento, il Villaggio del Pescatore di Duino Aurisina si è conclusa ieri, giovedì 28 giugno, col trasporto nel laboratorio specializzato della ditta Zoic srl del geologo Flavio Bacchia, su incarico della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg.

Il giacimento italiano di dinosauri
L’adrosauroide Bruno è il secondo dinosauro, quasi completo, rinvenuto nel Villaggio del Pescatore, un tempo un ambiente paludoso caldo e umido e oggi un giacimento italiano di dinosauri, uno dei siti paleontologici più interessanti a livello internazionale e geosito tutelato.

Sarà esposto al Museo civico
«I beni paleontologici - dice l’archeologa della Soprintendenza Paola Ventura - fanno parte integrante del patrimonio culturale; l’affiorare di resti fossili deve essere affrontato come un’operazione scientifica di ricostruzione dell’ambiente datata milioni di anni fa. Il fine è sempre quello di ricomporre da una moltitudine di dati l’aspetto di una porzione di territorio, di solito molto diversa da quella attuale». Una volta completati i lavori di preparazione, il dinosauro Bruno sarà pronto per l’esposizione al Museo civico di storia naturale di Trieste.

L’operazione di rimozione
L’operazione di rimozione è iniziata con un intervento di scavo preventivo con tagli eseguiti con appositi seghetti di precisione. In questo modo è stato creato lo spazio per poter accedere successivamente alle ossa fossili con mezzi manuali ad alto controllo. Un'operazione delicata, non semplice, eseguita da tecnici specializzati della ditta Tietz di Trieste. Le difficoltà sono state principalmente quelle di decidere come e dove tagliare, per non rischiare di intaccare il reperto. 
 

 


Lo scheletro
Ciò ha richiesto uno studio approfondito da parte degli specialisti della Zoic che, in base alle dimensioni dello scheletro di Bruno, già estratto nel 1999 grazie a uno scavo della Soprintendenza, depositato nel Museo civico di storia naturale di Trieste e recentemente ricomposto nel laboratorio della stessa ditta, hanno determinato le dimensioni del cranio e quindi ipotizzato la sua disposizione nella roccia. Il dinosauro è ripiegato su se stesso di 180° e il cranio sembra piegare verso sud in modo tuttora poco chiaro.

Come è avvenuta l'estrazione dalla roccia
Poiché la traccia del fossile giaceva su un piano di roccia orizzontale l'operazione è stata fatta coniugando tecnologia moderna a tecnologia antica. Inizialmente, con una sega a disco di ultima generazione, capace di montare dischi diamantati di 1,6 metri di diametro e di fare tagli fino a 73 cm di profondità, sono stati eseguiti alcuni tagli per isolare perimetralmente il blocco e realizzare, da un lato, un pozzetto di 73 cm di profondità mediante il quale poter effettuare l'ultimo taglio, quello di base, per staccare il blocchetto dalla roccia sottostante.

In blocco di 600 kg di pietra calcarea
Successivamente, con la tecnica antica dei cunei, sono stati fatti 6 fori orizzontali nei quali sono stati infissi i cunei spaccaroccia, moderna evoluzione dei cunei di legno usati dai romani, che hanno determinato, dopo pochi colpi di mazza, il taglio di base, permettendo il distacco del blocco di circa 600 kg di pietra calcarea contenente il cranio fossilizzato dell'adrosauroide Bruno.

Nuove sorprese per il mondo della scienza
«Sul reperto estratto non è possibile fornire ancora informazioni precise - dice il geologo Klingendrath -, sia su sue eventuali particolarità che sullo stato di conservazione, fino a che non sarà completata la lavorazione in laboratorio, che si suppone richiederà circa un mese di tempo; è possibile, comunque, che il cranio, una volta ripulito, possa riservare nuove sorprese per il mondo della scienza».

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