Monte Livata, i bimbi stanno bene, ma è giallo sulla dinamica

Monte Livata, i bimbi stanno bene, ma è giallo sulla dinamica
di Raffaella Troili
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Giovedì 2 Gennaio 2014, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 16:32
Il bosco, il buio, il freddo e due bambini soli. Non è l’imprevisto di una favola, ma la storia vera di Manuel e Nicole, lui cinque anni, lei quattro, due cuccioli biondi sopravvissuti discutendo, abbracciandosi e guardando i fuochi d’artificio di Capodanno sopra il ramo di un faggio. Per una notte intera sono rimasti sul Monte Livata, 5 gradi sottozero e 1.500 metri d'altezza. Tutta colpa di un gita finita male, iniziata in tarda mattinata quando in compagnia di Alexia Canestrari, 36 anni, la mamma della piccola Nicole (l’altro è figlio della precedente compagna del papà), si erano avventurati su un sentiero di montagna per giocare con lo slittino e fare un pupazzo di neve.



L’ALLARME

Già alle 15,30 quando il padre dei bambini Emanuele Tornaboni, proprietario del Due Ponti Sporting Club a Roma torna nel residence dove sono in vacanza, dei tre non c’è più traccia, il telefonino della donna è staccato, la giornata ha preso un’altra piega. Alle quattro allarmato avverte i carabinieri della compagnia di Subiaco, sta calando il buio, comincia a temere. Là fuori, tra rocce, neve e dirupi, Nicole, Manuel e Alexia continuano a camminare senza sosta, allontanandosi ancor più. I piccoli sono stanchi, infreddoliti, assonnati e la donna prende una decisione: «Cercate di dormire, state fermi qui al riparo, abbracciati. Vado a cercare soccorsi». Li copre e li lascia in un riparo di fortuna, fatto di rocce e rami d’albero, la testa coperta, le gambe che ciondolano fuori. Pensa di arrivare al paese che vede lontano, quelle luci sembrano vicine. Ma la montagna diventa improvvisamente fredda e senza vita, il buio cambia completamente lo scenario, Alexia vaga senza trovare la strada, grida aiuto, inciampa nella neve fresca, il suo eco cade nel vuoto. Partono le ricerche di soccorso alpino, carabinieri, protezione civile (con 50 mezzi), vigili del fuoco, guardiaparco e guardie forestali, centinaia di persone in campo, tre elicotteri e unità cinofile. Si cerca di localizzare il cellulare di Alexia, ma risulta sempre spento, «ho fatto delle foto ai bambini e si è scaricato», dirà poi la donna, che nel frattempo perde anche lo zaino. Disperata, grida aiuto, la voce è sempre più flebile. Sono le quattro quando viene avvista, «l’eco non faceva individuare bene la sua posizione», racconta il comandante della compagnia di Subiaco Alessio Falzone. E’ in stato confusionale, dice «ci siamo persi, ho lasciato i bambini al riparo in una spelonca nei pressi di un torrente», partecipa ai soccorsi, poi si sente male, arriva all’ospedale di Subiaco in leggero stato di assideramento.



I SOCCORSI

Passeranno ancora molte ore, prima che Manuel e Nicole vengano individuati solo dopo le 12 a dodici chilometri da dove erano partiti, a Campo dell’Osso. Trasportati in elicottero al Gemelli, sono vigili, anche se impauriti e infreddoliti, i soccorritori si commuovono: «Dopo alcune ore abbiamo sentito delle vocine che rispondevano alle nostre grida - ricorda Giuseppe Pelliccia, 67 anni, volontario della protezione civile di Subiaco - continuando a sentire le loro voci alla fine li abbiamo trovati». Lungo la strada Pelliccia ha trovato un guantino che aveva perso Manuel, «un segno divino dico ora».

Perché nel frattempo i due non son rimasti fermi come aveva chiesto loro Alexia. «Avevamo paura degli animali feroci siamo saliti su un albero», hanno raccontato fieri. Sentivano il rumore gli elicotteri, salutavano, hanno provato a farsi notare. «La notte abbiamo visto i fuochi d’artificio, li facevano in tutti i paesi intorno. Papà ma che li hai fatti anche tu senza di noi?». Non si sono mai persi d’animo, dicono che non hanno mai pianto, hanno anche deciso «andiamo a chiedere aiuto in paese», ma lei voleva fare una strada e lui un’altra. Così sono caduti, Nicole si è fratturata la clavicola, Manuel il metacarpo di una mano. Sono di nuovo abbracciati, «non hanno mollato mai. E i soccorsi sono stati eccezionali», ancora Tornaboni. La procura di Tivoli sta valutando se possano sussistere eventuali estremi di reato - abbandono di minore - nei confronti di Alexia Canestrari.
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