«Sono passati due anni dall'adozione dell'Agenda Europea sulla Migrazione - scrivono le organizzazioni firmatarie - vale a dire l'insieme di misure per la gestione delle migrazioni sia all'interno che all'esterno delle frontiere dell'Ue. Ebbene, in questo tempo abbiamo assistito all'attuazione delle principali misure di cooperazione con i paesi di origine e transito mediante il Migration Partnership Framework, all'apertura degli hot spot in Grecia e in Italia e all'adozione del meccanismo di ricollocamento. Ma non possiamo affermare che la condizione dei migranti che arrivano in Europa sia migliorata, né quella dei paesi europei che sono in prima linea come Italia e Grecia».
Diversi i punti a destare perplessità nelle politiche adottate per affrontare una crisi in cui si conta il più alto numero di sfollati e rifugiati dalla Seconda Guerra Mondiale, con 65,6 milioni di persone costrette a lasciare la propria casa a causa di conflitti, disastri naturali, persecuzioni o violazioni dei diritti umani. Basti guardare, dicono le ong, all'impegno europeo nell'accoglienza: a fine 2016, secondo i dati Unhcr, in Europa erano presenti 3,5 milioni tra richiedenti asilo e rifugiati, ossia lo 0,68% della popolazione europea. Uno sforzo in termini di ospitalità di rifugiati in cui i paesi dell'Ue hanno accolto solo circa 5% dei rifugiati del mondo. A firmare l'appello sono il Tavolo Asilo (al quale aderiscono A buon diritto, Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, Fcei, Focus, Medu, Oxfam), Aoi, Cini, Concord Italia, Coonger, Cop, Focsiv, Link 2007 e Marche solidali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA