Mantova, dramma della disperazione: uccide il figlio disabile e poi si impicca

Mantova, dramma della disperazione: uccide il figlio disabile e poi si impicca
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Sabato 21 Novembre 2015, 01:22 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 12:54
L'età che avanza inesorabile e le forze che giorno per giorno vengono meno. Così come cresce dentro la paura di non farcela più ad accudire quel figlio tetrapelgico dalla nascita, costretto da una malattia rara su una sedia a rotelle e a vivere per buona parte del tempo attaccato ad un respiratore (la stessa sorte toccata ad un fratello qualche anno fa). Troppo il peso per Luigi Santachiara, 88enne pensionato, ex dipendente di una scuola superiore anche perchè da alcuni giorni la moglie era ricoverata all'ospedale per una frattura ad un braccio. Così, questa mattina tra le 5 e le 6 ha deciso di farla finita. Ha ucciso il figlio Paolo di 51 anni e poi si è impiccato al balcone di casa. Un atto allo stesso tempo lucido e sconsiderato come lui stesso ha riconosciuto lasciando un biglietto rivolto ai propri famigliari: «Scusate per il gesto folle». Quello che si è consumato oggi nella villetta ad un piano di via Omero a Suzzara, grosso centro industriale del basso mantovano è un dramma che affonda le radici nei tanti anni trascorsi ad assistere il figlio malato. Un calvario che ricalcava quello già passato con il fratello.



Luigi Santachiara e la moglie Selene Zaolini, 84 anni, erano perseguitati dalla domanda che molti genitori nelle loro condizioni si pongono ad un certo punto della vita: che cosa sarà di nostro figlio quando non ci saremo più? Un tarlo che piano piano ha scavato nella mente di Luigi fino a fargli compiere oggi il gesto estremo, che gli investigatori ritengono premeditato. E così, questa mattina, probabilmente prima dell'alba, ha deciso di chiudere con i dubbi sul futuro. È entrato nella stanza dove Paolo dormiva immobile nel letto. Gli ha staccato il respiratore meccanico che metteva ogni notte e gli ha coperto il naso e la bocca con del nastro adesivo per soffocarlo. È uscito sul balcone, al primo piano, si è messo una corda attorno al collo che aveva preparato forse nei giorni scorsi e si è gettato di sotto, impiccandosi. A scorgere il corpo penzolante dell'anziano sono stati alcuni vicini che subito hanno avvertito i vigili del fuoco e i carabinieri. Una volta entrati all'interno dell'appartamento dopo aver sfondato la porta, hanno trovato il corpo del figlio nel letto. Intorno, ordine e pulizia, segno che il genitore, anche senza la moglie, e con l'aiuto di una badante, fino a quel momento era riuscito ad accudire a Paolo e occuparsi delle faccende domestiche.



Nel frattempo sono arrivati anche l'altro figlio, sposato, che abita poco distante e la badante della coppia anziana