Intelligence, Mantovano agli 007: "Serve deontologia". Le nuove sfide, dalla finanza al terrorismo

Il richiamo del sottosegretario nel quartier generale a Piazza Dante: "Mantenere la riservatezza". Premiati dieci giovani universitari

Intelligence, Mantovano agli 007: "Serve deontologia". Le nuove sfide, dalla finanza al terrorismo
di Francesco Bechis
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Venerdì 20 Ottobre 2023, 16:31 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 17:23

Una chiamata all'ordine. E al decoro. Alfredo Mantovano serra i ranghi dell'intelligence italiana. Roma, Palazzo Dante. Nel quartier generale dei Servizi va in scena una delle rare apparizioni pubbliche dei direttori delle agenzie: il Direttore Elisabetta Belloni (Dis), Giovanni Caravelli (Aise), Mario Parente (Aisi). Sono loro a consegnare il premio "Una tesi per la sicurezza nazionale", giunto alla sua quinta edizione e assegnato ogni anno ai giovani universitari che si distinguono con elaborati dedicati al mondo della sicurezza.

Il monito

La prende larga, Mantovano, sottosegretario a Chigi e Autorità delegata. «Quando un discepolo domandò a Confucio, da dove inizieresti, se dovessi governare un popolo? Il maestro rispose: "Metterò ordine nel linguaggio". Serve ordine anche nel linguaggio di chi lavora per la sicurezza nazionale, ricorda severo Mantovano. E invece c'è chi, "con una certa cadenza", pubblica "libri che contengono un bel po' di trash". Non fa nomi e cognomi, il braccio destro della premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Non serve, in sala tutti hanno capito. Il capo dell'intelligence si riferisce all'ultima polemica rivolta al comparto.

La polemica

Marco Mancini, ex 007 dell'Aise assurto più volte agli onori della cronaca nella sua trentennale carriera, dalla foto scattata dopo la liberazione in Iraq della giornalista di Giuliana Sgrena da parte dell'agente Nicola Calipari, che nella missione perse la vita, alla bufera sull'incontro con Matteo Renzi in Autogrill, ha scritto un libro: "Le regole del gioco" (Rizzoli). Trecento pagine piene di aneddoti e ricordi e più di qualche stoccata all'attuale gruppo dirigente dei Servizi. Dove in queste ore ricordano "l'accordo di riservatezza" che gli agenti devono rispettare, anche una volta chiusa la carriera. 

L'appello di Mantovano

Il libro solleva un nuovo caso e lo fa in un momento delicato per gli 007 italiani alle prese con l'allerta terrorismo, il caos migranti dall'Africa ai Balcani, la guerra in Medio Oriente e in Ucraina. Mantovano parla ai giovani universitari premiati a Piazza Dante perché anche fuori tutti capiscano. "Per il prossimo anno, sarei molto curioso di leggere una vostra tesi sulla deontologia professionale di chi lavora in questo settore", dice il sottosegretario, "di chi deve dimostrare il suo amore per la Patria, anche quando si hanno delusioni personali o alcune prospettazioni non si sono realizzate".

Evita riferimenti diretti, l'ex magistrato a capo dell'intelligence, eppure ci tiene lui a ricordare le "regole del gioco" di chi è al servizio della sicurezza nazionale.

A partire dalla prima regola, la riservatezza, che "non è mai fine a se stessa, bensì funzionale ai compiti da svolgere".

E' un lavoro riservato, ricorda Mantovano, ma non per questo deve essere "occulto". "Se parliamo di servizi segreti e non di intelligence, si pensa subito a luoghi nascosti, oscuri, senza possibilità di accesso". E invece, lo dimostra la premiazione degli universitari nel quartier generale, i tempi passano e anche l'intelligence si adatta.

E' Bruno Valensise, vicedirettore del Dis e presidente della Commissione di valutazione delle tesi, a ricordare la progressiva apertura del comparto al mondo esterno operata negli ultimi anni, a partire dalle università dove sempre  più gli 007 rivolgono lo sguardo in cerca di competenze e, se necessario, reclute. Chissà, forse anche fra i dieci universitari premiati a Piazza Dante.

I giovani premiati

Due di loro, Alessandro Imperia (Sapienza) e Beatrice Olivieri (Luiss), studiano e vivono a Roma. Gli altri si dividono tra Milano, Bologna, Trento, Palermo. Tra i vincitori Giulia del Re (Università degli Studi di Napoli "Federico II'), Davide Fortin (Università Ca' Foscari di Venezia), Lucia Frigo (Università degli Studi di Trento), Martina Gambacorta (Alma Mater Studiorum
Università di Bologna), Martina Messa (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Edoardo Pellegrini (Università degli Studi di Trento-Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa),  Flavio Saia (Università degli Studi di Palermo) e Luca Taiana (Università degli Studi di Milano). Il premio, che prevede anche un assegno di 2500 euro, ha registrato un'impennata di iscrizioni quest'anno, con ben 152 tesi consegnate. Fra queste, dieci hanno passato la selezione finale dei giudici. A sfogliare gli elaborati e i temi affrontati, non è difficile leggere fra le righe le priorità in agenda per i nostri Servizi.

Dallo screening degli investimenti esteri con il golden power alle minacce nel Mediterraneo allargato. Fino al terrore jihadista tornato a scuotere l'Europa, "eppure per qualcuno sembrava sparito dai radar", chiosa Mantovano.

Anche da qui, dai banchi universitari, può rinnovarsi l'intelligence italiana in attesa della grande riforma del settore che il governo ha in programma per l'anno venturo. Pronta a cambiare se necessario qualcuna delle "regole del gioco".  

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