Elezioni comunali 2021: il Pd favorito nei ballottaggi, Torino e Latina sono in bilico

Il centrodestra punta sui piccoli centri: «Vincerà chi conquista più municipi»

Elezioni comunali 2021: il Pd favorito nei ballottaggi e il centrodestra punta sulle piccole città
di Francesco Malfetano
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Domenica 3 Ottobre 2021, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 09:23

Non solo l’immediato futuro delle più importanti città italiane ma anche quello delle alleanze politiche che se le contendono. Assieme a quello per la Capitale il voto di oggi e domani a Milano, Napoli, Bologna, Torino e Latina rischia di riaffilare le lame dopo la relativa calma con cui sono state riposte in questi mesi di governo Draghi. Nel centrodestra, squassato dalle inchieste (giudiziarie e giornalistiche) e dalle competizioni interne, il primo obiettivo sarà definire chi vincerà il derby tra Salvini e Meloni. Ma nel mentre si rischia di perdere terreno sul centrosinistra e conquistare le sole Torino e Latina. Tant’è che il segretario leghista si è già preparato il terreno: «Chi ha più sindaci vince» ha detto alludendo a tutti gli oltre 1.200 comuni al voto, e non solo alle grandi città. Nel centrosinistra invece, con vista sul voto del Quirinale, si arriverà finalmente alla resa dei conti: l’accordo tra dem e M5s a Napoli e Bologna sembra aver già blindato il risultato, ma che succederà nelle altre città?

Milano - Nel suo ufficio a Palazzo Marino pare che Beppe Sala non abbia preparato neppure uno scatolone.

Con il passare delle ore infatti, come già da settimane peraltro, sembrano crescere le possibilità che le elezioni a Milano siano poco più di una porta girevole tra il primo e il secondo mandato di Sala. Anzi, c’è conta di riuscire a liquidare la partita già al primo turno. Ad aiutarlo i tanti guai della destra meneghina che da un lato non è parsa mai convinta dal candidato sindaco «pistolero» Luca Bernardo (il primario ha raccontato che in ospedale aveva la pistola per autodifesa sotto al camice), dall’altro ora fa i conti con le nuove inquietudini sulla vicenda Fidenza dentro FdI, e soprattutto è profondamente legata allo scontro tra Salvini e Meloni. Con quest’ultima che punta solamente a dare una lezione a “casa sua” all’alleato superandone i voti nella lista. Già fuori partita il M5s, mai convincente con la candidata Layla Pavone, ma non ancora pronto a convergere su Sala in caso di secondo turno. 

Torino - Per la prima volta dalla nascita della Seconda Repubblica Torino potrebbe essere guidata da un sindaco di centrodestra. Damilano, imprenditore civico e moderato, è testa a testa con Lo Russo, capogruppo del Pd, ma nemico giurato della Appendino e dei 5s in questo mandato. Il nodo infatti è tutto qui: con i voti cinquestelle al ballottaggio (a cui la candidata Sganga sembra aver pochissime chance di arrivare) non ci sarebbe partita, ma i “niet” grillini continuano a piovere su Lo Russo. E intanto Damilano, candidato a diventare un riferimento per la nascente ala giorgettiana nel centrodestra, può diventare la sola gioia di Salvini e Meloni.

Napoli - Venerdì pomeriggio accanto all’ex ministro Manfredi, candidato congiunto di M5s e Pd, c’era l’intera prima linea grillina: Conte, Di Maio, Fico e tanti big. Il motivo? Dopo aver probabilmente perso Roma e Torino, conquistare Napoli è la sola vera consolazione che può non far urlare al flop i 5s e soprattutto far digerire all’intero Movimento il nascente asse con i dem. Non tutto è scontato però. Se il magistrato Catello Maresca scelto dal centrodestra non sembra aver convinto, anzi è stato quasi abbandonato come Bernardo dai leader nazionali, c’è chi dà in risalita le quotazioni dell’ex sindaco Bassolino. Se così dovesse essere, al ballottaggio tornerebbe tutto in discussione.

Bologna -  Come le Regionali hanno già dimostrato a Bologna per il centrosinistra la partita rischia di essere la più facile di tutte. Nonostante le belle speranze del civico moderato e a vocazione trasversale messo in campo dal centrodestra (senza pestarsi i piedi dopo i classici veti incrociati), Fabio Battistini non pare aver mai sfondato. Anzi Matteo Lepore, candidato dai dem e dal M5s, conta di farcela già al primo turno.

Latina -  Il precedente direbbe Coletta, che nel 2016 incassò il 75 per cento delle preferenze, ma le urne chissà. A Latina la partita appare quantomai aperta tra il medico alla ricerca del mandato bis e il 74enne Zaccheo a cui l’esperienza non manca (tre volte parlamentare di An e già sindaco di Latina tra il 2002 e il 2008) a cui però spetta l’enorme compito di ricompattare la destra in un territorio dove è stata quasi spezzata dagli scandali. Coletta parte in vantaggio, ma il candidato 5s Bono potrebbe togliergli qualche voto.

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