Gli italiani online parlano sempre meno di politica, la tendenza è quella della polarizzazione. I social network creano disaffezione?

Lo scenario è quello dove la polarizzazione delle conversazioni sui social porti ad una maggiore disaffezione nei confronti della politica. In un anno pieno di appuntamenti elettorali come il 2024 SocialPol cerca di analizzare il fenomeno

Conversazioni meno politiche e più polarizzate sui social, le voci che analizzano il fenomeno
di Monica De Chiari
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 18:26 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 18:19

Sempre meno politica, e sempre più polarizzata. Sembra essere questa la tendenza con la quale stanno cambiando le conversazioni via social degli italiani. C' è la possibilità che la polarizzazione sui social media stia influenzando il comportamento elettorale degli italiani, e che ci sia una sempre maggiore disaffezione nei confronti della politica. Sono alcuni dei temi al centro dell'evento "Elezioni europee: vincerà la polarizzazione? Gli italiani al voto tra tribù elettorali e disaffezione", organizzato giovedì 18 gennaio da SocialPol all'Enoteca Spiriti, in Piazza di Pietra a Roma. 

ll fenomeno 


Quello che è emerso è l'esistenza di una sfida cruciale per i comunicatori e i politici, quella di coinvolgere un elettorato sempre più distaccato e, allo stesso tempo, di gestire la polarizzazione che sembra dominare il dibattito sui social network e in ultima istanza anche di tentare di rispondere alla domanda: i social network allontanano dalla politica? Potrebbe essere.

Il 2023 ha rivelato che solo il 12% delle conversazioni avute sui social ha riguardato la politica, evidenziando innegabilmente un alto livello di di disaffezione da parte degli italiani. Mentre, il 58% delle discussioni tra gli utenti sul tema risultano essere fortemente polarizzate. 

Le voci 


A partecipare al dibattito sono stati Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, Dario Nardella, sindaco di Firenze, Carlo Fidanza, europarlamentare, Monica Nardi e Luigi Di Gregorio, advisor di SocialPol; a moderare Costanza Crescimbeni, vicedirettrice del Tg1. 
C'è chi vede nella polarizzazione un alleato e chi invece un ostacolo. “La polarizzazione non può essere la risposta alla disaffezione verso la politica da parte dei cittadini, perché riduce il confronto a un dibattito superficiale, trascurando la complessità e la profondità delle questioni reali che affrontiamo”, è il punto di Attilio Fontana, secondo il quale “gli strumenti digitali, il monitoraggio e l’analisi dei dati diventano preziosi alleati, in quanto mezzi utili a informare quanti più cittadini possibile su idee e progetti”. Anche per il sindaco di Firenze, Dario Nardella, “l’utilizzo intelligente di strumenti digitali insieme a un’attenta analisi e monitoraggio dei dati” possono giocare un ruolo cruciale. “Abbiamo il dovere di promuovere una comunicazione politica che sia trasparente, ‘provata’, basata su dati, per ricostruire un legame solido tra i cittadini e le Istituzioni”. La tesi di Carlo Fidanza, europarlamentare Fdi, è invece che “in vista delle europee la polarizzazione, se rimane in una cornice civile, può aiutare a mobilitare gli elettori, in una elezione che mai come questa volta sarà una sorta di referendum tra due modelli alternativi di Europa”. Per Monica Nardi advisor di SocialPol la polarizzazione rappresenta un'opportunità: "Il 2024 sarà l'anno della grande abbuffata della politica, una specie di "Superbowl" a puntate, come l'ha definito il Guardian, con miliardi di persone nel mondo chiamate al voto. Di certo il panorama politico italiano ne uscirà rivoluzionato”, ha affermato. 
Poi la domanda di Luigi Di Gregorio, anch’egli advisor di SocialPol: “La polarizzazione nasce con i social? No. È accentuata dai social? Si. Per due ragioni una legata ai modelli di business delle piattaforme e l’altra, più importante, legata alla psicologia e per certi versi alla biologia degli elettori e degli esseri umani, in generale. Per queste ragioni, essa è un tratto tipico della politica contemporanea che non deve più sorprendere”. 


In un anno come il 2024 ricco di appuntamenti elettorali risulta utile tentare di capire quanto siano polarizzate le discussioni politiche degli utenti italiani e soprattutto se è un trend in crescita, per capire se e come poterlo controllare. In un mondo in cui le informazioni arrivano (in molti casi) solo ed esclusivamente dai social network vale la pena cercare di riportare un sano dibattito politico ad un livello che sia quantomeno accettabile e soprattutto connotato da un "sentiment" positivo. In vista delle elezioni europee e di quelle regionali che la tecnologia resti amica della politica, più o meno polarizzata ma puntata verso le urne.  

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