La vittoria arriva dopo un lungo testa a testa, quando prima di mezzanotte Stefano Bonaccini concede la resa. Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd. Non era mai accaduto, nella storia delle primarie dem, che il risultato dei gazebo rovesciasse il verdetto degli iscritti. Stavolta però è andata proprio così.
Elly Schlein, chi è il nuovo segretario Pd. Prima donna alla guida del Partito Democratico
All’80% dello spoglio – secondo i dati ufficiali comunicati dal Nazareno – la deputata vince col 53,8%, contro il 46,2% del governatore emiliano. È uno dei risultati più bassi dei quindici anni di primarie dem, nonostante i candidati fossero solo due.
LE FRASI
Lei compare intorno alla mezzanotte per il suo primo discorso da segretaria. Discorso che fa capire che piega prende il Pd: quello della svolta a sinistra. L’inizio è battagliero: «Saremo un bel problema per la Meloni». Dal premier arrivano le congratulazioni ma anche un messaggio: «Spero che l’elezione di una giovane donna alla guida di via del Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro». Messaggi anche da Salvini, da Fico e da altri leader politici.
Poi avanti con il mantra della sinistra-sinistra: «La battaglia per l’ambientalismo, daremo un contributo a organizzare le opposizioni a difesa dei poveri, contro un governo che li colpisce, saremo a difesa della scuola pubblica nel momento in cui il governo tace davanti a una aggressione squadrista. Staremo a fare e barricate contro ogni taglio alla sanità». Parla di un «popolo che si è riunito: la nostra responsabilità è non tradire la fiducia». Dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, suo sostenitore: «Gli elettori vogliono una linea più a sinistra».
LE SORPRESE
Il risultato è la prima sorpresa del voto dem. La seconda è l’affluenza. Che tiene, nonostante la pioggia e le sconfitte elettorali. E che contribuisce a rallentare lo scrutinio. Alla fine, i simpatizzanti dem sono più di un milione. Erano stati 600mila in più tre anni fa, quando a vincere fu Nicola Zingaretti. E stavolta si temeva che l’asticella si fermasse alla metà. Invece così non è: di fronte ai circoli romani si avvistano perfino delle code (dovute anche alla lungaggine delle operazioni di voto). «Una grande festa di democrazia e partecipazione», dichiara raggiante l’ormai ex segretario Enrico Letta, fuori dal suo seggio di Testaccio. Poi, a mezzanotte, fa gli auguri a Schlein: «Riuscirà laddove io non ce l’ho fatta».
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