Elly Schlein rinvia (di nuovo) la segreteria del Pd, correnti e i cacicchi resistono: ecco cosa sta succedendo

La nuova squadra dovrebbe essere annunciata domani, dopo molti rinvii e trattative complesse

Elly Schlein e Stefano Bonaccini durante il dibattito su Sky Tg24prima delle primarie dem
di Andrea Bulleri
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Giovedì 6 Aprile 2023, 18:50

Attesa per la scorsa settimana, infine per l'inizio di questa, poi rinviata di nuovo. A più di un mese dai gazebo che hanno decretato la vittoria di Elly Schlein, slitta ancora la composizione della nuova segreteria del Pd. Anche se dal quartier generale del Nazareno fanno sapere che ormai è questione di ore: la formazione ufficiale che affiancherà la leader dem verrà svelata «domani», si assicura. 

La trattativa

Ultime ore di trattative insomma, per trovare la quadra sui nomi. E per provare a sedare i malumori delle correnti interne (o almeno a provarci), che hanno tenduto in stand by per settimane la formazione del vertice dem. Alla fine, l'accordo sarebbe stato raggiunto su cinque posti su un totale di 15-20, che la segretaria avrebbe deciso di concedere alla minoranza di Stefano Bonaccini.

Tra questi non ci sarebbe la poltrona di vicesegretario, né la casella degli Esteri chiesta a gran voce da Base riformista (la corrente più "centrista" del Pd). 

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Ma è l'unico punto sul quale Schlein sembra aver deciso di non fare passi indietro. Sul resto, secondo le voci che girano nei corridoi del Nazareno, «cacicchi e capibastone» paiono aver avuto la meglio. Se non altro, ancora una volta i leader delle varie correnti sembrano essere stati in grado di esercitare un potere di veto non irrilevante nella faticosa opera di composizione della segreteria da parte della leader. Che ha affidato la gestione delle trattative a Francesco Boccia, neo-capogruppo al Senato, mentre per Bonaccini al tavolo c'è il suo braccio destro Davide Baruffi (il cui ingresso in segreteria è considerato quasi certo, con delega agli Enti locali). 

 

La composizione

Oltre a Baruffi, in quota Bonaccini potrebbe entrare Debora Serracchiani, con possibile delega alla Giustizia. E poi Alessandro Alfieri, di Base Riformista: dopo la decisione di Schlein di affidare gli Esteri a Peppe Provenzano, il senatore dem sembrava potesse restare fuori dall'esecutivo Pd. Invece potrebbe rientrare, con la delega Riforme e Pnrr. L'area degli "Ulivisti" ("lettiani" che hanno sostenuto Bonaccini, ma che si starebbero avvicinando a Schlein) potrebbe essere rappresentata in segreteria da Pina Picierno, ieri avvistata a Roma alla Camera.

Per la maggioranza, invece, certi gli ingressi di Gaspare Righi, Marco Furfaro e Marco Sarracino, le cui deleghe però sarebbero ancora da definire. Antonio Misiani va verso la riconferma come responsabile Economia. Inoltre dovrebbero avere un ruolo anche Marta Bonafoni e Stefania Bonaldi. Mentre Rossella Muroni, che in questi giorni veniva data all'Ambiente, ha spiegato che non farà parte della squadra: «Io non sarò nella prossima segreteria del Pd come responsabile ambiente. Elly, alla quale sono molto legata (anche quando non vinceva) lo sa da tempo ed il tutto è pacifico». Giallo, infine, sulla presenza dello scrittore Maurizio De Giovanni, con delega alla Cultura: il suo nome circola da giorni, ma il diretto interessato smentisce di essere stato contattato. «Non ne so nulla, non posso né confermare né smentire una cosa che non so - ha spiegato ai microfoni di Un giorno da pecora - A me non ha chiamato nessuno, se mi chiamassero direi che sono onoratissimo e felicissimo, valuterei la natura dell'impegno». 

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