Roma, arriva il G20, Franceschini: «Ripartiamo dal Colosseo Italia, leader nella cultura»

Roma, arriva il G20, Franceschini: «Ripartiamo dal Colosseo Italia leader nella cultura»
di Laura Larcan
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Lunedì 26 Luglio 2021, 07:24

Ministro Dario Franceschini, un'apertura straordinaria dall'arena del Colosseo, il concerto del maestro Riccardo Muti al Quirinale, i lavori a Palazzo Barberini fino all'epilogo nella Galleria Borghese: una collezione di luoghi iconici, insomma. Cosa significa ospitare a Roma, il 29 e 30 luglio, il G20 della cultura?
«La scelta di fare un G20 della cultura è un'innovazione. I G20 preparatori affrontano per tradizione temi come l'ambiente, l'economia. Noi abbiamo inserito nell'agenda il summit cultura. E nella dichiarazione finale, su cui stiamo lavorando e che dovrebbe essere approvata, c'è proprio l'accordo che diventi un appuntamento permanente. Una svolta: la cultura viene ora riconosciuta come uno dei temi chiave dell'agenda internazionale. In questo l'Italia è un paese guida. A Roma, poi, apriamo il G20 dal Colosseo, monumento simbolo nel mondo. Non sarà un evento, ma l'inizio vero dei lavori. Sarà predisposto un tavolone dei ministri, cui interverrà anche il premier Mario Draghi. La diplomazia culturale è una risorsa strategica nelle mani del nostro paese. Ed è anche un segnale di ripartenza».

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Qual è il suo personale obiettivo per il G20?
«Nessun obiettivo personale.

Cerchiamo di fare della cultura non un elemento marginale ma sostanziale nell'agenda internazionale dei governi. Lo si vede anche dall'attenzione nel Recovery Plan dove le risorse sono aumentate. L'Italia può esercitare una leadership nella cultura. La cultura è oggi un terreno di dialogo anche tra Paesi che sono in situazioni di difficoltà e di tensioni».


Dall'Unesco, non a caso, sono di fatto usciti alcuni Paesi tra cui gli Stati Uniti e Israele per la vicenda legata al riconoscimento della Palestina. Al G20 l'Unesco ha un ruolo chiave. C'è qualche spiraglio di rientro?
«Abbiamo fortemente voluto l'Unesco al G20, con la sua segretaria Audrey Azoulay nella sezione introduttiva, proprio per valorizzare il suo ruolo. L'auspicio è quello di una futura ricomposizione: far rientrare, cioè, proprio quei Paesi usciti».

 


Ministro, c'eravamo lasciati al G7 della Cultura a Firenze, nei saloni di Palazzo Pitti, con la firma di un'intesa per la tutela del patrimonio minacciato dal terrorismo. Ad oggi cosa è successo?
«C'è stata una delibera dell'Unesco e dell'Onu sul tema dell'Unite4Heritage. Si è presa, cioè, sempre più consapevolezza che sul patrimonio dell'umanità è la comunità internazionale che deve avere gli strumenti giusti per intervenire. L'obiettivo ora è la creazione permanente di una unità di intervento che possa agire sotto l'egida dell'Unesco, come quella nostra composta dagli esperti dei carabinieri del patrimonio culturale. Mi spiego: l'aumento di siti riconosciuti patrimonio dell'Unesco è una bellissima cosa, ma bisogna lavorare a livello comunitario anche sul fronte della tutela, con una task force all'altezza».


Cinque i temi urgenti sul tavolo dei Grandi, dalla tutela alla protezione del patrimonio dal terrorismo, la transizione digitale, la formazione, ma anche il cambiamento climatico. Quest'ultimo è davvero una bella sfida. Come pensa si possa lavorare?
«Un tema nuovo e originale, infatti. In questo caso la cultura può formare le persone e consentire la crescita di un'economia sostenibile. D'altronde, il settore della cultura è in sé sostenibile: è tutela del patrimonio e dell'ambiente».

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Sul fronte di accordi bilaterali?
«Con molti paesi, ma le cito la Grecia. Stiamo lavorando ad una rete italiana di teatri antichi sotto l'egida dell'Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa. In questo schema possiamo attivare gemellaggi con i teatri antichi della Grecia e inaugurare un circuito greco-italiano. E mi piacerebbe che alla grande tradizione dei teatri romani e greci si possa innestare una tradizione di luoghi moderni, affiancando anche la costruzione di nuovi teatri di pietra. L'idea del teatro all'aperto è una antica tradizione romana e greca che ora si può anche rinnovare. Tra Italia e Grecia».


Il Colosseo rientrerà nel circuito?
«Il progetto dell'arena è stato approvato e aggiudicato. Non pensiamo al Colosseo come ad un luogo di spettacoli permanenti. D'altronde, al Colosseo il pubblico non ha spalti per sedersi come a Verona. L'arena avrà altre funzioni storiche e scientifiche. Ma sarà in alcuni casi utilizzata anche per spettacoli di qualità assoluta con pochi spettatori in loco, e immagini che possono però fare il giro del mondo. Anche al teatro di Pompei, non a caso, è ricominciato un programma di alto livello».


E a proposito di teatro, il green pass basterà per far ripartire teatri e cinema?
«Il green pass è accompagnato nelle zone bianche e gialle dall'eliminazione del numero di visitatori massimo. Si aumenta così la capienza pur mantenendo il distanziamento. E dà condizioni di maggior sicurezza. Insomma, credo che il green pass aiuterà, e non ostacolerà».

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Tra i musei italiani avete scelto l'Egizio di Torino per una partecipazione. Quale sarà il ruolo del direttore Christian Greco, cui avete chiesto di intervenire come esperto?
«Volevamo parlare di cambiamento dei musei italiani, e abbiamo scelto l'Egizio. Greco ha un'esperienza internazionale, è giovane, ha gestito in modo innovativo il museo, ha tanti requisiti per essere adatto ad affrontare i temi di tutela nei nostri musei».


Dal Colosseo al Quirinale, con il concerto del maestro Muti. Come era accaduto a Firenze. Si replica. All'epoca Muti aveva lanciato un appello all'allora premier Gentiloni di aiutarlo per riportare a Firenze le spoglie di Cherubini, oggi a Parigi.
«Abbiamo fatto tutti i tentativi possibili, un lavoro diplomatico lungo, ai massimi livelli con la Francia. Ma non ci si riesce perché loro temono, comprensibilmente, che se dicessero di sì all'Italia partirebbero altre richieste da altri Paesi per personalità non francesi seppellite a Parigi, a Père-Lachaise. Ma per Muti sarà comunque una festa».


Perchè?
«Normalmente ai compleanni si ricevono regali, lui invece ci ha fatto un grande regalo, perché compie 80 anni il 28 luglio e il 29 luglio dirigerà per il G20. Un modo per festeggiare insieme».

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