«La lettura dei quotidiani in classe è importante perché allena i ragazzi a pensare. Molto spesso i giovani, in età scolastica, si informano in maniera frammentaria, sporadica, incompleta, solo attraverso i social. Il quotidiano cartaceo sicuramente offre una visione a 360 gradi e consente anche di attivare delle riflessioni che altrimenti rimarrebbero inespresse». All'AdnKronos il direttore del Messaggero Massimo Martinelli accoglie con favore la proposta formulata dal ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara e rilanciata sul suo giornale dal presidente dell'Associazione nazionale dei presidi Antonello Giannelli. In sostanza, si sostiene l'utilità di utilizzare, per educare al rispetto e alla parità di genere, anche la lettura nelle aule scolastiche dei quotidiani. Un tema oggi particolarmente al centro dell'attenzione, soprattutto dopo i recenti casi di violenza a Caivano e Palermo. «Sono quindi assolutamente favorevole alla lettura dei quotidiani in classe e credo possa servire anche per sensibilizzare i ragazzi sulla violenza di genere ma soprattutto li aiuterebbe a riflettere su quello che accade nel nostro Paese e fuori dal nostro Paese, nel mondo della politica, della cultura, dello spettacolo e dello sport», conclude Martinelli.
Meloni va a Caivano dopo gli stupri: «Veniamo a bonificare Parco Verde». Vertice sulla sicurezza
Un giudizio unanime
Sulla stessa linea anche il direttore de La Verità, Maurizio Belpietro: «Leggere i giornali è sempre utile, si leggono opinioni o notizie, si fanno delle idee e si forma una coscienza critica. Possibilmente, sarebbe interessante leggerne diversi e di segno opposto in maniera che ognuno possa farsi una propria opinione». Per il direttore del Giornale di Sicilia, Marco Romano, «la presenza dei quotidiani in classe sarebbe certamente uno straordinario presidio civico, oltre che formativo». Secondo Romano «una buona formazione dei giovani di domani passa necessariamente attraverso una buona e corretta informazione dei giovani di oggi».
Antonello Piraneo, direttore de La Sicilia, ritiene che «promuovere la lettura dei giornali in classe coincide con la necessità impellente di fare crescere il senso civico nelle giovani generazioni.