In questo schema ibrido e aperto riuscirà il Pd modello Nicola a tenere dentro Giachetti e chi come lui temono la deriva grillesca, sinistrese e fortemente anti-renziana? Questa è la prima incognita che grava sul post-gazebo. Ma Zingaretti anche ieri nel confronto tivvù, oltre a sfoggiare un sorriso affettuoso appena veniva (cioè sempre) nominato Renzi ma i sorrisi in politica valgono poco, ha dato l'impressione di chi vuole aprire una nuova pagina, senza però stracciare quelle precedenti. Ricucire le visioni diverse, combattere la frammentazione, scongiurare altre diaspore facendo convivere figure e opzioni diverse: riuscirà Zingaretti dove nessuno prima di lui ce l'ha fatta? Ma soprattutto: tenere insieme tutto non rischia, finora così non è stato nell'esperienza del Lazio, di bloccare tutto?
FRAMMENTI E CESPUGLI
Nel confronto su Sky, Zingaretti ha indossato una tipica camicia veltroniana botton down, ben diversa da quella bianca-renziana di Giachetti e dalla tenuta di Martina con cravatta labour. Ma rispetto a Walter sembra difettare dell'aspetto immaginifico. Mentre sta cercando di recuperare, anche nel tentativo di portare più gente ai seggi sul versante pop: servizio su Chi corredato da foto in compagnia del fratello Montalbano e racconto delle proprie passioni (Gigi Proietti, Asterix, Giorgio Gaber) più intervista e bacio con Barbara D'Urso. Lo zingarettismo, così gli rimprovera Giachetti, rischia di somigliare all'Unione prodiana, e in effetti da Pizzarotti a Calenda, dai civici ai super-europeisti, dagli ecologisti e dai fuoriusciti dal Pd come Bersani furiosamente anti-Renzi a Renzi («Se Matteo vuole portare il suo contributo sarò la persona più felice del mondo») e via dicendo: non c'è frammento di progressismo sparso e cespuglio da far fiorire a cui Nicola non guardi. Ma soprattutto guarda non a M5S ma agli elettori che si sono spostati da quella parte e che sono recuperabili. «Ricostruire l'empatia con le persone», è il suo mantra. Il Non Rottamatore eccolo qua, insomma. Il suo problema è che alle primarie non devono andare in pochi. Lui spera «oltre un milione». E comincia da lì.
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