Palestre, piscine, bar e ristoranti quando riaprono? Ipotesi coprifuoco alle 23.30. A giugno si torna allo stadio

Palestre, piscine, bar e ristoranti quando riaprono? Ipotesi coprifuoco alle 23.30. A giugno si torna allo stadio
di Alberto Gentili e Francesco Malfetano
5 Minuti di Lettura
Martedì 13 Aprile 2021, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 10:52

Nella via crucis dei vaccini e con il rischio-varanti ancora alto, una sola cosa è certa: le riaperture scatteranno il 3 maggio. Ma sul tavolo del governo, che farà il punto venerdì sulla base dei nuovi dati, ci sono due opzioni. La prima prevede nelle Regioni che avranno numeri da zona gialla l’apertura di bar e ristoranti, cinema e teatri, fiere e congressi, perfino palestre e piscine. La seconda, decisamente più prudenziale, porta invece a un “giallo rafforzato” nella prima parte di maggio con il via libera solo per bar e ristoranti con tavoli all’aperto e con orario limitato al pomeriggio per evitare l’effetto-movida. Poi, nella seconda metà del mese se l’epidemia darà respiro e la campagna vaccinale per gli anziani marcerà speditamente, la riapertura di tutti i settori. Anche la sera. Con conseguente allentamento del coprifuoco alle 23.30 o a mezzanotte. Di certo, l’11 giugno gli spettatori torneranno allo stadio.

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L’occasione per quella che la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali chiama «data simbolo della ripartenza», sarà la partita inaugurale degli Europei tra Italia e Turchia in programma allo stadio Olimpico. A comunicare con una lettera l’atteso via libera del governo al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina è stata la Vezzali: «Sarà autorizzata la presenza di almeno il 25% della capienza». E ciò varrà anche per le altre partite del torneo continentale in programma nella Capitale il 16 e 20 giugno e il 3 luglio.
Per le altre riaperture tutto dipenderà dall’andamento dei contagi, dalla tenuta delle terapie intensive e dalla copertura vaccinale degli over 70.

Fronte, quest’ultimo, su cui dovrebbe avere scarsa influenza lo stop provvisorio di Johnson&Johnson. «È ancora da valutarne l’impatto», dice una fonte di governo, «ma ci sono dosi sufficienti degli altri vaccini per immunizzare gli anziani».

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Il pressing su Mario Draghi è forte. Le Regioni, che domani presenteranno una serie di proposte «per riaprire in sicurezza», chiedono al premier di dare il via libera a «ristoranti a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all’aperto». Soluzione, quella dei dehors, apprezzata anche dal ministro della Salute Roberto Speranza. E sollecitano anche la ripartenza di palestre, cinema, teatri e musei, trovando un alleato nel ministro della Cultura Dario Franceschini che ha chiesto al Cts di aumentare il numero degli spettatori (da 200 a 500 al chiuso e da 400 a mille all’aperto). Senza l’obbligo del tampone. In più i governatori rilanciano la proposta di Draghi: «Tra i parametri deve essere inserito il numero di somministrazioni di vaccino effettuate nelle singole Regioni».
La road map verrà decisa tra venerdì e la prossima settimana. Nel governo comunque prevale la prudenza, anche per evitare di dover tornare a nuove misure restrittive come è accaduto in Sardegna, passata dal “bianco” al rosso in poche settimane. Tant’è, che perfino il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, mentre Matteo Salvini invoca «aperture immediate», si mostra cauto: «Non è ancora possibile indicare una data certa, ma gli indicatori stanno migliorando. Presumibilmente maggio sarà un mese di riaperture». Più o meno le parole di Mariastella Gelmini, ministro di Forza Italia agli Affari regionali: «Dobbiamo riaprire in sicurezza per poi non essere costretti a richiudere, non dobbiamo farci prendere da un eccesso di fretta». E Speranza: «È lecito aspettarsi le riaperture a maggio, ma servono gradualità e prudenza».

LA PRIMA IPOTESI
Ma ecco lo schema che stanno esplorando il governo e il Cts. Una prima opzione, si diceva, prevede che dopo il 30 aprile vi sia il reintegro tout court della zona gialla. In questo modo, nelle Regioni che avranno numeri adeguati, potrebbero riaprire ristoranti e bar a pranzo, cinema e teatri anche nel weekend (tutti con prenotazione). E, per la prima volta dalle chiusure delle scorso autunno, fiere e congressi, palestre e piscine. Fino all’ultimo Palazzo Chigi proverà a perseguire la strada dell’apertura di tutte queste attività assieme, al fine di dare un segnale concreto di ripartenza ai cittadini.

In questo scenario resterebbe però ancora in vigore il coprifuoco alle ore 22. E solo dopo la prima metà di maggio, qualora i numeri del contagio dovessero calare e quelli delle vaccinazioni continuare ad aumentare, si potrebbe ragionare su un approccio differente spostando le lancette del coprifuoco alle 23.30 o a mezzanotte. E riaprendo di conseguenza i ristoranti a cena fino alle ore 23 o alle 23.30, mentre i bar (e altre attività simili, senza posti a sedere) alle ore 21. L’allungamento degli orari permetterebbe ai ristoratori, come vuole Draghi, di ripartire in modo sostenibile, facendo cassa.

LA LINEA PIÙ PRUDENTE
La seconda opzione segue uno schema più prudente. Dal 3 maggio (si punta a regole ad hoc, non in stile Pasqua ma quasi per il ponte della Festa dei lavoratori) si instaurerebbe un regime di “giallo rafforzato” con orari anti-aperitivi per bar e ristoranti e più margini solo per i locali con spazi all’aperto: potrebbero riaprire con servizio al tavolo, ma fino alle 15 o alle 16 e soltanto con posti a sedere.
In questo scenario cinema, musei e teatri sarebbero sì aperti con i protocolli in via di definizione, ma potrebbero restare chiusi nei fine settimana. Per quanto riguarda palestre e piscine invece, le regole di riferimento esistono già. 
 

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