Legnano, il sindaco leghista Fratus va ai domiciliari e ritira le dimissioni

Gianbattista Fratus, sindaco di Legnano
2 Minuti di Lettura
Giovedì 6 Giugno 2019, 21:53 - Ultimo aggiornamento: 23:57

Ha ritirato le dimissioni da sindaco di Legnano (Milano), ma resta ai domiciliari per decisione del Gip di Busto Arsizio, Gianbattista Fratus arrestato nel maggio scorso con accuse per corruzione e turbativa d'asta, e una anche per corruzione elettorale. A dare l'annuncio è stata prima la Lega, partito con cui Fratus ha vinto le passate comunali, che gli ha confermato l'appoggio alla decisione e poi il suo avvocato difensore, Maira Cacucci. Sempre il legale ha confermato la decisione del giudice per le indagini preliminari di rigettare la sua istanza di revoca della misura cautelare, il che renderà il suo lavoro di primo cittadino piuttosto complesso.

Lega, sindaco arrestato. M5S: «O noi o le tangenti». Salvini: «I pm li aiutano»

Legnano, sindaco Lega arrestato: «Trovo un posto a tua figlia se mi sostieni al ballottaggio»

 





Con Fratus sono stati arrestati il dimissionario vicesindaco Maurizio Cozzi, in carcere, e l'assessore Chiara Lazzarini, anche lei ai domiciliari. I tre, unitamente ad altri indagati, sono accusati di aver predisposto concorsi per posti dirigenziali in aziende a partecipazione pubblica, perché venissero scelte persone a loro congeniali. Immediate le reazioni politiche.

«Il leghista Fratus, dopo aver truffato le istituzioni giudiziarie», ha dichiarato la segretaria metropolitana del Pd, Silvia Roggiani, «ritira le dimissioni temporanee e, pur agli arresti domiciliari, torna in carica come sindaco». «Per evitare che il ricorso al Tar venisse accolto ha presentato delle dimissioni fittizie», continua Roggiani. «Un comportamento indegno e inqualificabile - aggiunge la segretaria - l'epilogo peggiore per il segretario provinciale del Carroccio, già delegittimato dalla sua maggioranza e poi dalle accuse di corruzione da parte della magistratura». Poi Roggiani ha concluso, «un politico incapace di ammettere il suo fallimento istituzionale, per non deludere il suo capo. Non i cittadini di Legnano, ma Matteo Salvini». La Lega, come si diceva, che da un paio di mesi ha il dente avvelenato con i giudici ha invece appoggiato la decisione. Il segretario lombardo del Carroccio Paolo Grimoldi ha dichiarato: «Un Comune così importante non può attendere i tempi della giustizia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA