​Pd e M5s, il rinnovato dialogo tra Pd e M5s: Bersani Boccia e gli altri, chi sono gli sherpa del riavvicinamento

C'è aria di un riavvicinamento tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, l'obiettivo è un nuovo fronte unito contro il centrodestra. Ecco chi sono i protagonisti del nuovo possibili ponte.

Un riavvicinamento rosso giallo per arginare la destra al potere
di Riccardo Palmi
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Venerdì 22 Dicembre 2023, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 13:00

Sarà l'influenza dei vari dossier politici ancora aperti degli ultimi mesi, dal salario minimo al contrasto al premierato, ma sembra essere in carreggiata la possibilità di vedere una rinata collaborazione tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Le interlocuzioni non sono mancate e probabilmente andranno avanti. Molti sono i personaggi da entrambe le parti impegnati per far sì che questo riavvicinamento avvenga, giocando un ruolo fondamentale in fatto di trait d'union. Primi fra tutti Pierluigi Bersani e Francesco Boccia. Il primo veterano della sinistra italiana, il secondo capogruppo del Partito Democratico al Senato che tutto ha puntato sulla nuova segretaria dem Elly Schlein, nonché, protagonista della stagione rosso gialla. Si torna quindi sul tema di un fronte unito tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, ora più che mai. Una necessità della quale Boccia parlava già nel 2019, quando appena nominato Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie, affermava che "un'alleanza tra le forze progressiste sia l'unico argine ai sovranisti".

Dal lato Partito Democratico 


A riprendere la questione è stato Bersani che, durante una puntata di Di Martedì, parlando del centrosinistra e alla presenza di Giuseppe Conte (che sulle battaglie fondamentali si era detto per una comunione di intenti), non parla di un federatore ma bensì di un moderatore. Senza dimenticare la distanza sempre esistita in passato tra i due partiti, ha aggiunto "tutto questo ha potato a una sconfitta e a un indebolimento di entrambi, abbiamo ancora i residui anche nel nostro elettorato e nei nostri gruppi dirigenti, ma ora bisogna schiodarla questa cosa e non bastano i temi, ci vuole un gesto politico". Un gesto proporzionato a quelle che sono state le decisioni della destra odierna, che "non è una destra qualsiasi: se si radica può corrodere qualcosa di profondo in questo Paese, se siamo convinti di questo bisogna reagire con più determinazione, con le proprie identità e con le pari condizioni».

Certo se si dovesse mai concretizzare un ritorno di fiamma tra i due partiti si vedrebbe ricreato un fronte di più dura opposizione al governo di centrodestra che finora in fatto di mantenimento dell'alleanza ha mostrato pochi cedimenti.

Dal lato Movimento 5 Stelle 


Dal lato M5s l'impegno non è da meno, in occasione della manifestazione indetta dal Pd di Schlein contro il governo Meloni l'11 novembre scorso, Roberto Fico ex presidente della Camera pentastellato, sull'argomento ha commentato "Molti chiedono l'unità delle opposizioni contro il governo Meloni e mi trovano assolutamente d'accordo. Dobbiamo per forza costruire un'alternativa a questo esecutivo". "Naturalmente il M5s e il Pd hanno storie, percorsi e identità diverse, quindi è normale non essere d'accordo su tutto. Ma è necessario lavorare su obiettivi comuni". Contatti e interlocuzioni saranno importanti anche per quello che riguarda le elezioni comunali del 2024 che potrebbero delineare un nuovo campo di alleanza tesa a trovare sponde comuni su temi importanti per molte città cedute al centrodestra. Importante in questo è l'ufficiale candidatura con i dem di Alessandra Todde vicepresidente pentastellata ed ex viceministra dello sviluppo economico, alla presidenza della regione Sardegna, "sono orgogliosa di rappresentare questa coalizione perché potremo portare avanti un programma per i sardi", "per essere aperti, inclusivi e dialoganti", ha dichiarato Todde.

Un recupero da entrambe le parti, certo per il Partito Democratico un dialogo potrebbe voler dire far tornare a casa tutti quegli elettori che si sono sentiti traditi e hanno votato proprio per il Movimento 5 Stelle, che dalla sua potrebbe recuperare anche solo in parte il terreno perso. Da vedere quale sarà la strada che decideranno di imboccare Conte e Schlein. In questo senso il prossimo banco di prova per pentastellati e dem saranno sicuramente le vicine elezioni europee. 

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