Green pass, il manuale del Messaggero: la guida con domande e risposte. Faq

Le regole del rientro per pubblico e privato

Green pass, il manuale del Messaggero: la guida con domande e risposte. Faq
di Francesco Malfetano
6 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Ottobre 2021, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 16:29

Ci siamo. A più di un mese dall’annuncio ufficiale da oggi entra in vigore l’obbligo di esibire il Green pass per i circa 23 milioni di lavoratori italiani. 


È prevedibile che l’esordio della misura non sarà semplice e non solo per le mille polemiche politiche e le tensioni sociali in atto. Calando nella quotidianità decreti, Faq e circolari resta ancora qualche incertezza. Per cui ecco le risposte ad alcune delle domande più comuni su controlli, sanzioni, responsabilità e, più in generale, sul come funziona l’uso del Green pass sul posto di lavoro.

Cosa rischia il dipendente
che si presenta al lavoro
senza la certificazione?

A partire da oggi il lavoratore non in possesso di un Green pass valido non potrà accedere al proprio posto di lavoro fino a quando non sarà in grado di esibire la certificazione verde.

In questo periodo inoltre sarà sospesa la sua retribuzione. 

Chi effettua i controlli?
E come avviene 
la verifica del Qr code?

I controlli vengono eseguiti dal datore di lavoro o da un suo incaricato. Per la verifica, come già accade per i ristoranti, viene utilizzata l’app VerificaC19. Nel pubblico sono disponibili anche sistemi automatizzati (in arrivo anche per il settore privato).

Bisogna esibire il pass
anche se si è 
in smart working?

La certificazione verde è da considerarsi obbligatoria anche per i lavoratori in smart working. Il motivo? Il lavoro agile non può essere considerata un’alternativa per quei dipendenti che non intendono vaccinarsi oppure non sottoporsi a un tampone ogni 48 ore. 

Con la certificazione
si può derogare
al distanziamento?

Tanto nella Pa quanto nel settore privato, la risposta è no. L’uso del Green pass infatti è una misura ulteriore che non può far ritenere superati i protocolli e le linee guida di settore. Per cui restano igienizzazione costante, aerazione, mascherine e distanziamento. 

Per i dipendenti 
della Pa sono previste
sanzioni diverse?

Oltre alla sospensione della retribuzione e al rischio di una sanzione da 600 a 1.500 euro, il dipendente assente senza pass non può concorrere alle cosiddette progressioni economiche, cioè gli aumenti oggi legati all’assegnazione di mansioni superiori.

È richiesto agli utenti
della pubblica
amministrazione?

Per chiunque a partire da oggi dovesse recarsi all’anagrafe, in motorizzazione civile piuttosto che in qualsiasi un ufficio pubblico (l’entrata in vigore della misura coincide con la fine dello smart working per la Pa), il Green pass non è obbligatorio. 

Che succede a chi 
ha diritto al pass 
ma non lo ha ricevuto?

Per coloro che sono in attesa di rilascio di un Green pass (e che ne abbiano diritto), è possibile utilizzare le attestazioni rilasciate al momento del vaccino, del tampone o della guarigione da strutture sanitarie, farmacie, laboratori, medici di base e pediatri.

E se si dimentica
il pass a casa? Basta
un’autocertificazione?

No. Anche in caso di una banale dimenticanza e di un consolidato rapporto lavorativo che abbia portato a controlli già nei giorni precedenti, a chi verifica il Green pass non è consentito accettare autocertificazioni o altri documenti sostitutivi. 

Quali sono le sanzioni
per chi viene trovato
al lavoro senza Qr Code?

Se le autorità accertano che un dipendente è al lavoro senza Qr code, al lavoratore viene comminata una multa tra i 600 e i 1.500 euro. Il datore invece è sanzionato per 400-1.000 euro e, in caso di reiterazione, la chiusura del locale o degli uffici fino a 10 giorni.

Si può licenziare 
il dipendente assente
perché senza pass?

No. Il dipendente senza Green pass è considerato in assenza ingiustificata (fino al 31 dicembre) e, per questo, non riceve retribuzione o altri emolumenti. Tuttavia la sospensione non può avere conseguenze disciplinari o minare la conservazione del rapporto di lavoro.

L’azienda può chiedere
i danni al dipendente
No vax assente?

Il governo non si è espresso, ma Confindustria sì. In una circolare di pochi giorni fa si legge che ogni comportamento che danneggi l’azienda o la possibilità «di far fronte agli obblighi contrattuali», legittima «la reazione aziendale sul piano della richiesta del risarcimento dei danni».

Sono consentiti
i controlli a campione
nell’orario di lavoro?

Sì, sono previsti dal decreto 127 del 21 settembre. Stando alle linee guida della Pa questi controlli devono però riguardare almeno il 20% dei dipendenti e a rotazione, per coinvolgere tutti nel giro di una settimana. Inoltre vanno effettuati «prioritariamente» al mattino.

Il datore può decidere
di farsi carico delle spese
per i tamponi?

Nel caso lo ritenga opportuno per non limitare la propria attività, un’azienda può decidere di farsi carico dei costi del tampone antigenico sostenuti dai propri dipendenti. Assolutamente però non è obbligatorio. 

È possibile chiedere 
il documento in anticipo
per organizzare i turni?

È consentito all’azienda chiedere in anticipo informazioni sul Green pass ai propri dipendenti in modo da organizzare l’attività lavorativa. Può farlo anche a più giorni di distanza ma il controllo effettivo può avvenire solo all’ingresso o durante la mansione. 

Chi riceve in casa 
un idraulico o un operaio
deve verificare il pass?

No. In questo caso i cittadini non sono i datori di lavoro ma stanno solo acquistando un servizio. Sono i responsabili delle ditte a dover verificare che ne siano in possesso. Volendo però il cliente può chiedere il pass e, nel caso, rinunciare alla prestazione lavorativa. 

È obbligatorio chiedere
il certificato al tassista
prima che inizi la corsa?

Anche in questo caso la risposta è no. Il cliente che usufruisce del servizio (sia per quanto riguarda i taxi che per quanto riguarda i noleggi con conducente) acquista solo quest’ultimo, e non è viene quindi considerato datore di lavoro del tassista.

La certificazione serve
anche per accedere
alle mense aziendali?

Sì, come già stabilito nel decreto precedente i lavoratori possono accedere alle mense aziendali al chiuso solo se muniti di certificazione verde. Se l’accesso è esterno rispetto all’azienda, il Qr code andrà quindi controllato nuovamente.

Quali sono i lavoratori
esentati dal rispetto 
della normativa?

L’obbligo di possedere e esibire la certificazione verde non si applica ai soggetti che, per condizione medica, non possono ricevere o completare la vaccinazione. Per loro, esenti dalla campagna vaccinale, il governo sta predisponendo un Qr Code apposito. 

Parrucchieri ed estetisti 
devono verificare il pass
dei propri clienti? 

No. Anche se si tratta di servizi alla persona, né il cliente né il titolare al momento dell’accesso di quest’ultimo deve controllare il pass. Discorso diverso per i dipendenti: per loro esibire il Qr Code è obbligatorio al pari di tutti i lavoratori italiani.

Chi si occupa 
di controllare colf,
badanti e baby sitter?

Ad eseguire il controllo del Qr code (giornalmente) è il datore di lavoro o un suo delegato. In questo caso quindi la verifica è a carico del soggetto assistito oppure - più spesso, data la peculiarità del lavoro in questione - un familiare dello stesso.

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