Portuali, camionisti, poliziotti, agricoltori: chi e quanti sono i No Green Pass che minacciano di fermarsi categoria per categoria

I numeri dei no vax che domani saranno in sciopero

Portuali, camionisti, poliziotti, agricoltori: chi e quanti sono i No Green Pass che minacciano di fermarsi categoria per categoria
di Francesco Padoa
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Giovedì 14 Ottobre 2021, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 16:06

Rischio paralisi. L'Italia domani potrebbe vivere una giornata infernale. I porti, la logistica, il trasporto delle merci: il primo giorno con l'obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro potrebbe diventare anche il primo del grande caos, con l'Italia bloccata dagli scioperi e dai blocchi delle categorie produttive e dalle manifestazioni già annunciate per domani in decine di città da chi si oppone allo strumento imposto dal governo per spingere più italiani possibili a vaccinarsi. Un clima di tensione costante sul quale c'è la massima attenzione da parte del Viminale che, d'intesa con palazzo Chigi, ha dato indicazioni chiare agli apparati di sicurezza.

 

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Le categorie con più no Green Pass

 

Anche perché la linea, è il messaggio che fonti di governo continuano a ribadire, non cambia: si va avanti con il green pass. Dunque, va fatto ogni sforzo per prevenire possibili situazioni di pericolo, con un attento monitoraggio di tutti quegli ambienti più a rischio, comprese chat e social.

Sarà, inoltre, sempre garantito il diritto di esprimere la propria opinione ma ci sarà altrettanta fermezza nei confronti di coloro che volessero approfittare delle proteste per provocare disordini o bloccare il paese.

 

 

 

 

Settori più a rischio

Un sondaggio realizzato da YouGov su un campione di 21 mila non vaccinati in Italia, può fornire un aiuto per capire quanti sono i no-vax. Tra tutti coloro che sono vaccinabili, circa il 17% si dichiara contrario (la percentuale più bassa mai registrata fino ad oggi), ossia 6 milioni di italiani. A questi vanno aggiunti coloro che sono incerti sul tema vaccinazione, fascia di popolazione che corrisponde al 6% dei vaccinabili, per un totale tra le due categorie del 23%. Secondo un sondaggio Demopolis, il 45% di chia non si è vaccinato, dà come giustificazione, il fatto di non fidarsi e di temere effetti collaterali, mentre il 30%non ritiene necessaria la vaccinazione vista la diminuzione dei contagi. A fronte di questi numeri le previsioni per domani, giornata in cui partirà la nuova regolamentazione nei posti di lavoro, sono davvero preoccupanti. Le situazioni più problematiche, e al netto delle centinaia di iniziative annunciate sui canali Telegram dove da mesi si alimenta la contestazione, sono quelle che interessano i porti e il trasporto su gomma, dove viaggia il 90% delle merci che circolano in Italia. A guidare la protesta dei portuali è Trieste, dove su 950 lavoratori il 40% non ha il certificato verde: dopo il corteo di martedì che ha richiamato diecimila persone contro il green pass e il no deciso dei leader a qualsiasi tentativo di mediazione - respinta al mittente anche la raccomandazione del Viminale che sollecitava le aziende a mettere a disposizione tamponi gratuiti al personale, tra l'altro fortemente criticata e bollata come «un errore clamoroso» da Federlogistica - lo scenario è abbastanza chiaro. «Se non tolgono il certificato, venerdì il blocco del porto è confermato» ripete da giorni il portavoce di portuali Stefano Puzzer.

 

 

Situazione non omogenea

Negli altri scali, in realtà, la situazione è meno tesa, ma nessuno può dire con certezza quel che accadrà domani. A Genova, ad esempio, dove è attorno al 20% la percentuale di chi non ha il pass, è in corso la protesta dei tir al terminal più importante e le Rsu sono in lotta per il contratto integrativo e hanno rigettato la proposta economica dell'azienda, confermando lo sciopero. «Il problema vero sono i trasporti - dice il leader della Uil Roberto Gulli - il 30% degli autisti è senza vaccino, si rischia il caos». Nel capoluogo ligure, però, un punto d'incontro sui tamponi l'hanno trovato, spiega il capo dei camalli, il "console" Antonio Benvenuti: i portuali potranno farli ad un prezzo ulteriormente ridotto grazie ad un accordo con due farmacie. Stando a quanto dicono i sindacati, non dovrebbero invece esserci problemi a Napoli e Salerno cosi come a Ravenna, nei porti pugliesi e in quelli di Livorno e Piombino. A Palermo solo il 7% dei 450 lavoratori non è vaccinato. «non si registrano rischi di compromissione dell'operatività» afferma il presidente delle società che gestiscono i servizi. Ma se i porti, rappresentano la punta dell'iceberg sotto, a cascata, ci sono una serie di settori a rischio. I trasporti innanzitutto, con il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè che usa parole a metà tra l'allarme e la minaccia. «Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Dal ministero non abbiamo risposte e se questo atteggiamento proseguirà può succedere di tutto».

 

Fabbriche

 

Bisognerà poi vedere cosa accadrà nelle fabbriche e nelle grandi aziende - all'Elettrolux, dove il 23% dei 1.430 dipendenti non ha il pass è già stato annunciato uno sciopero di 8 ore - e nelle aziende del trasporto pubblico. A Roma, ad esempio, il sindacato Orsa ha fatto dei conti: per creare problemi a metro e treni locali basta che il 5-10% del personale sia assente. E in Atac la percentuale dei non vaccinati viaggia tra il 10 e il 20%. Ma vediamo complessivamente, nei vari settori, quanti sono quelli che minacciano di bloccare l'Italia domani. Dai controlli ai test per chi non è vaccinato fino alle problematiche che potrebbero emergere nei casi in cui i dipendenti, non essendo muniti del certificato, non si presenteranno al lavoro, sono tanti i settori dove si temono grosse difficoltà.

 

Portuali

 

A correre più rischi potrebbero essere i portuali (40% di non vaccinati), ma anche gli autotrasportatori (il 30% non sarebbe vaccinato, stando alla stima fornita da Conftrasporto-Confcommercio). Le navi di bandiera italiana hanno equipaggi multinazionali, molti provenienti da Paesi che hanno vaccinato persone con sieri riconosciuti dall’Oms, ma non dall’Ema e quindi non in condizioni di generare il Green pass. Molti portuali sono stranieri e in molti casi, come al Porto di Trieste, un’alta percentuale, il 40%, non ha il Green Pass. 

 

 

Trasporti

 

Il 90% delle merci in Italia viaggia su gomma e diversi autisti potrebbero non avere il green pass o, essendo stranieri, essere immunizzati con vaccini non riconosciuti.  Il rischio paventato dai sindacati del settore è che eventuali problemi determinati dalla mancanza del Green pass (e quindi l’assenza dei lavoratori) possa avere un notevole un impatto sulle imprese di trasporto e logistica e conseguenti ricadute sul commercio stesso. «Nell'autotrasporto - ha spiegato il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè - il 30% degli operatori non è vaccinato. Sono in gran parte lavoratori stranieri, ma ci sono anche diversi italiani. Se si ferma l’autotrasporto si ferma il paese: non è possibile pensare di sostituire il trasporto su gomma con le altre modalità».

 

Agricoltura

 

Anche nel settore agricolo sono molti i lavoratori stranieri non vaccinati oppure immunizzati con vaccini “non riconosciuti”, la cui assenza - anche solo temporanea - potrebbe costituire un duro colpo al sistema interrompendo intere filiere. E resta aperta la questione dei lavoratori stranieri - in particolare dell’Est -  che sono immunizzati con Sputnik, un vaccino che non è stato ancora riconosciuto dall’Ema. Per superare l’empasse ci sono più ipotesi allo studio, una di queste è di effettuare una ulteriore dose addizionale con un siero a mRna in chi è vaccinato con sieri non riconosciuti dall’Ema. Circa un terzo dei 390mila addetti del comparto, come ha evidenziato il direttore generale di Confagricoltura Francesco Postorino, potrebbero non essere impiegabili. Senza dimenticare il nodo storico della mancanza di regolarizzazione dei lavoratori, che hanno il permesso scaduto, e sono restii a vaccinarsi, e quindi non possono ottenere il Green pass.

 

Trasporto pubblico

 

La percentuale di non vaccinati in questo settore si aggira tra il 10% e il 20%. L’assenza di tanti autisti potrebbe creare serie difficoltà alla copertura del servizio e al traffico, in particolare nelle grandi città. Per questo, ad esempio, a Roma, l'Atac attiverà un monitoraggio delle assenze anomale dal 15 ottobre mentre i sindacati lanciano l’allarme di una ripercussione sul servizio della metro. Rischio disagi al trasporto pubblico in Alto Adige. A Torino l’azienda di trasporto pubblico ha previsto una fast line per tamponi più rapidi ai dipendenti, l’Atm a Milano si sta attrezzando e ipotizza di chiedere con largo anticipo il green pass ai dipendenti.

 

Sicurezza

 

Anche nel settore delle forze dell'ordine, proprio tra coloro che dovranno prevenire eventuali degenerazioni della protesta, potrebbero esserci molte defezioni. Ii dati dei sindacati di Polizia relativi ai reparti mobili - quelli impegnati nei servizi di ordine pubblico e dunque in prima linea nelle manifestazioni - rivelano che la percentuale è in alcuni casi molto consistente e superiore alla media dei non immunizzati di tutto il Corpo, di poco superiore al 20%. A Torino a non essersi vaccinato è un agente su tre, a Firenze quasi quattro su dieci. A Roma e Milano, invece, va leggermente meglio. Non va meglio nell'Arma. «Secondo le nostre stime - sottolinea Antonio Nicolosi, segretario generale del sindacato dei carabinieri Unarma - sarebbero circa 15mila i carabinieri non sono vaccinati. La cifra è analoga in polizia mentre aumenta molto per la penitenziaria: mi chiedo chi controllerà i detenuti? Se poi ci aggiungiamo la polizia locale, i militari che pattugliano le città, i vigili del fuoco, saranno almeno 60mila gli operatori della sicurezza senza vaccino». 

 

 

 

 

 

 

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