Fornero: «È una manovra di galleggiamento, illogico aspettarsi molto di più»

Fornero: «È una manovra di galleggiamento, illogico aspettarsi molto di più»
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 09:11

«La legge di bilancio per il 2023 che il Parlamento si appresta a votare non basterà a liberarci da un futuro di declino. È soprattutto una manovra di galleggiamento, l'opposto di ciò che Giorgia Meloni dice di volere per il Paese. Sarebbe stato illogico, però, aspettarsi molto di più». Lo scrive in un intervento sulla Stampa l'ex ministro Elsa Fornero.

Fornero, le critiche sulla Manovra

In merito alla manovra, Fornero sottolinea: «Nessuna legge di bilancio incentrata sulla distribuzione/redistribuzione di benefici riporterà il Paese sulla strada della crescita sostenibile. Occorrono visione e priorità definite. E qui sta il paradosso», dice incalzando l'attuale Premier. «Giorgia Meloni sottolinea spesso la natura politica del suo governo e ha sempre detto di essere pronta a governare avendo l'intera legislatura come orizzonte temporale e nessuna ambizione di essere rieletta.

Ora che ha avuto un assaggio di ciò che significa essere responsabile della guida di un Paese e il coraggio di rimangiarsi misure di bandiera piuttosto rozze - come la liberalizzazione del contante e la non penalizzazione per chi rifiuta pagamenti con carte - dovrebbe riconoscere che il programma elettorale con cui ha vinto le elezioni è semplicemente, se non sbagliato, almeno inadeguato rispetto ai problemi dell'Italia».

La situazione dell'Italia

Per l'economista «L'Italia è nella morsa di una successione di emergenze che obbligano i governi a tamponare i problemi, peraltro senza mai estirparne le radici». Infatti «i governi di centrosinistra hanno cercato di fronteggiare le crisi all'insegna della solidarietà, declinata principalmente con trasferimenti e bonus di vario tipo, della cui efficacia non ci si è troppo preoccupati - afferma Fornero - Il governo di destra-centro, insediatosi da meno di due mesi, non ha, con la legge di bilancio, sostanzialmente cambiato registro, limitandosi a ridisegnarne la direzione, soprattutto a vantaggio dei lavoratori autonomi e dei veri o potenziali evasori. Entrambi hanno dovuto fare i conti, oltre che con il moltiplicarsi delle emergenze, con la presenza incombente del debito pubblico, peraltro minore con la rassicurazione che ad acquistare i titoli sarebbe stata la Bce».

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