Cybersicurezza: Covassi (PD) e Procaccini (FdI) ad Agorà Netgroup. Ue pioniera dell'umanesimo digitale, no freno a competitività

L’amministratore delegato di Netgroup Salvatore Gesuele si è soffermato sul ruolo strategico di una partnership publico privato per rispondere alle sfide dell’innovazione tecnologica

Cybersicurezza: Covassi (PD) e Procaccini (FdI) ad Agorà Netgroup. Ue pioniera dell'umanesimo digitale, no freno a competitività
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Venerdì 22 Marzo 2024, 16:01

Le sfide della Cybersicurezza e le implicazioni dell’Ai, la strategia di difesa comune e il contesto geopolitico mondiale in cui si svolgeranno le imminenti elezioni europee. Questi i temi al centro del confronto tra gli eurodeputati Beatrice Covassi del Pd e Nicola Procaccini di Fdi ospitati ad “Agorà Netgroup”, lo spazio di confronto sui temi della innovazione tecnologica promosso dalla multinazionale della Cybersicurezza Netgroup.

«L’Europa è attore fondamentale per la cybersicurezza, siamo riusciti a mettere in campo un modello digitale con l’essere umano al centro.

Siamo i primi al mondo ad aver normato l’intelligenza artificiale, i primi a dire che l’Ai deve avere limiti e a valutarne i rischi insieme alle opportunità. L’Europa è un pioniere dell’umanesimo digitale, con l’ attenzione alla privacy e i regolamenti che pure sono stati osteggiati all’inizio da altri paesi ma poi sono passati. Ci difendiamo però lavorando sull’autonomia strategica con la “chips strategy” perché è necessario essere sempre più indipendenti. La cybersicurezza sarà fondamentale in scenari di guerra, la difesa sarà sempre meno fisica e più cibernetica. Il ritornello che l’Europa mette troppe regole è stantio: c’è un’esigenza forte di capire quali sono i confini tra uomo e intelligenza artificiale. L’Europa ha detto no al riconoscimento facciale nei luoghi pubblici: tra sicurezza e sorveglianza di massa c’è una bella differenza», ha detto l’eurodeputata del Pd Beatrice Covassi, relatrice per i socialisti e democratici del Cyber Resilience Act.

Per Nicola Procaccini, eurodeputato di Fdi, intervenuto ad Agorà Netgroup : «C’è un equilibrio delicato tra libertà e privacy e la giusta necessità di garantire la sicurezza dei cittadini europei. Credo che la ricerca di questo equilibrio sarà un lavoro che ci impegnerà nei prossimi anni. Le esigenze di sicurezza saranno più efficacemente perseguite se condivise nella modalità più ampia. Siamo quella famiglia politica che sostiene che l’Europa dovrebbe fare poche cose ma buone: la sicurezza, la difesa comune, la gestione dei confini sono tra queste. L’Europa si è fatta trovare pronta sull’Ai, ora però bisogna stare attenti a non frenare competitività. Ci può essere un pericolo dal mancato vantaggio dovuto alle regole, servono investimenti pubblici e privati per non subire la concorrenza dei grandi del mondo che invece vanno avanti al di fuori di regolamentazioni. L’equilibrio tra competitività tecnologica e diritti è la strada . Noi diciamo però che senza la sicurezza non esiste la libertà».

L’amministratore delegato di Netgroup Salvatore Gesuele si è soffermato sul ruolo strategico di una partnership publico privato per rispondere alle sfide dell’innovazione tecnologica: «L’evoluzione tecnologica è molto rapida e le norme spesso inseguono: il miglior consiglio alla politica è quello di creare un impianto generale legislativo che sia però molto specifico e tempestivo nei regolamenti. Nel momento in cui si fanno norme il confronto costante con lo stato produttivo resta fondamentale ed è strategico il partenariato pubblico privato. Diventa poi importante il ruolo sinergico che ognuno di noi, politica, aziende utenti ricopre nella formazione e e nell’informazione. La sicurezza è tanto più efficace quanto più diventa una responsabilità condivisa».

«L’Europa si è ritagliata il ruolo di regolatore mondiale. Gli altri due big player Cina e Usa corrono troppo velocemente, diventa necessaria un’autonomia strategica e l’indipendenza . È fondamentale che si cresca in termini di politica industriale, il ruolo di arbitro ci sta un po’ stretto e qui la sfida è globale come quella sui vaccini per il Covid. L’Europa deve lavorare per una sovranità tecnologia comunitaria», ha concluso il professore Luigi DiGregorio, docente di scienze politiche all’Università della Tuscia.

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