Pnrr, cantieri più veloci: tempi tagliati del 12%. Per 60mila tecnici scatta la formazione

Gli obiettivi per l’esecuzione delle opere

Pnrr, cantieri più veloci: tempi tagliati del 12%. Per 60mila tecnici scatta la formazione
di Luca Cifoni
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Lunedì 4 Dicembre 2023, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 21:24

L'obiettivo di fondo è sempre quello, velocizzare le opere pubbliche in tutte le loro fasi, dalla progettazione fino all'esecuzione passando lo snodo cruciale dell'affidamento dell'appalto. Nel nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato dall'Unione europea la relativa riforma, che riguarda appunto gli appalti pubblici, è tra quelle oggetto di "rafforzamento".

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E come accade anche per altri capitoli (ad esempio in materia di tempi di pagamento delle Pa) la direzione della revisione è doppia: da una parte si rimodulano le scadenze, per renderle più realistiche rispetto alla situazione effettiva; dall'altra si intensificano le azioni ritenute cruciali. Tra queste, nel nostro Paese, c'è di sicuro la "qualificazione delle stazioni appaltanti": titolo impegnativo che rimanda in buona sostanza alle necessità di puntare sulla formazione dei decine di migliaia di funzionari, in particolare delle amministrazioni locali.

Che ora devono gestire le stesse opere del Pnrr, ma negli anni successivi avranno a che fare con altri progetti, con una capacità rafforzata rispetto a quella attuale. Per 60 mila di loro è prevista, entro il 2025, la partecipazione ad una apposita "Strategia professionalizzante".

IL CODICE

L'azione complessiva passa per una serie di specifici target e milestone aggiunti a quelli originari del Piano, che sono connessi anche ad alcuni punti qualificanti del nuovo codice degli appalti. Nel quale un ruolo importante tocca alla Cabina di regia costituita presso Palazzo Chigi. A questa struttura, in coordinamento con l'Anac, spetta in questo caso particolare il compito di analizzare l'impatto della digitalizzazione degli appalti sui tempi di aggiudicazione, di monitorare le stesse stazioni appaltanti con un occhio alle migliori pratiche che riescono a ridurre i tempi. La stessa Anac poi, sulla base dei dati raccolti a partire dal 2024, provvederà a monitorare i tempi medi di decisione. Se risulteranno superiori ai 160 giorni, scatterà l'obbligo di partecipazione ai corsi di qualificazione e professionalizzazione.


Ma proprio sulla formazione sono previsti obiettivi ancora più specifici, che vanno oltre quelli fissati nel 2021. Le scadenze sono due: entro il 2024 il 40 per cento dei funzionari che si occupano di appalti dovrà risultare formato attraverso l'apposita Strategia professionalizzante. Per la fine dell'anno successivo, la percentuale dovrà crescere al 60 per cento. I valori sono calcolati sul numero complessivo di dipendenti pubblici coinvolti in questa attività, a suo tempo calcolati in 100 mila.

LE STIME

Per quanto riguarda quel che succede tra l'aggiudicazione e la realizzazione dell'opera, la cosiddetta fase esecutiva, l'obiettivo di riduzione dei tempi del 15 per cento viene spostato a fine 2025, mentre per il quarto trimestre del prossimo anno bisognerà arrivare ad almeno il 12%. Va ricordato che, secondo le stime, la durata media della fase esecutiva in Italia è di otto mesi (a fronte dei due anni e nove mesi che passano dal momento del progetto a quello della realizzazione finale. Ma il tempo dell'esecuzione si dilata a 29 mesi (e quello totale a 7 anni) se si prendono in considerazione le opere di importo tra i 5,4 milioni (la soglia comunitaria) e i 15 milioni.


Infine, sempre a proposito di capacità di spesa effettiva, l'Italia dovrà rispettare un altro obiettivo del Pnrr (M1C1-62) confermato nella nuova stesura: entro metà 2025 è previsto che risultino utilizzate le risorse del Piano nazionale complementare allocate fino al 2024. Non sarà una passeggiata, visto che l'ultimo report della Ragioneria generale dello Stato sul Pnc segnala un accumularsi di ritardi su questi 30 miliardi di stanziamenti, in attesa di una rimodulazione dei cronoprogrammi annunciata da alcuni mesi ma finora rimasta nei cassetti governativi.
 

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