Suviana, dalle fabbriche ai cantieri: 200 morti da inizio 2024. L'annus horribilis dei decessi sul lavoro

Suviana, dalle fabbriche ai cantieri: 200 morti da inizio 2024. L'annus horribilis dei decessi sul lavoro
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Aprile 2024, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 19:59

Un annus horribilis per le morti sul lavoro. L'esplosione nell'impianto di Bargi, sul lago di Suviana - tre i tecnici morti accertati finora - è solo l'ultimo episodio di quella che è a tutti gli effetti un'emergenza. I numeri non mentono.

La conta

Nel 2023 sono morte lavorando 1467 persone. Immaginate un paese di montagna, un piccolo comune di provincia: sparito. Incidenti, spesso. O ancora più spesso, tragedie evitabili, dovute all'incuria e il cinismo di chi ha la responsabilità dei lavoratori. Alcuni episodi diventano casi mediatici, hanno i riflettori della tv e della politica addosso.

Altri no: drammi consumati all'ombra dell'opinione pubblica, quotidianamente. E il 2024 non è iniziato sotto migliori auspici. Da inizio anno il contatore della morte non ha mai smesso di fermarsi. Secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna sfiorano quota 200 i lavoratori che hanno perso la vita da gennaio. Un aumento di circa il 19 per cento sullo scorso anno.

I precedenti

Scorrono ancora nitide le immagini delle tragedie andate in scena lo scorso anno sui cantieri, nelle fabbriche, sui binari della ferrovia. Come la morte di Vito Germano (64 anni) e Cosimo Lomele (62 anni), operai morti il 24 maggio 2023 a Monopoli, provincia di Bari, mentre lavoravano all'interno degli scavi per le condutture delle fogne di un nuovo complesso edilizio. Una roccia si è staccata, li ha travolti: nulla da fare.

E sempre a Bari, poco dopo, un altra morte sul lavoro. Due anzi: Giovanni e Filippo Colapinto, padre e figlio di 81 e 47 anni, caduti in una cisterna di vino dove stavano lavorando, soffocati dalle esalazioni.

Il volo è fatale, i soccorsi arrivano quando è ormai tardi.

La strage di Brandizzo

D'estate, c'è una tragedia che più di altre ha segnato l'immaginario pubblico. Per la strage di Brandizzo, vicino Torino, cinque operai morti travolti da un treno sui binari, il Paese si è fermato. Una semplice operazione di manutenzione sui binari, o così doveva essere. Un errore umano causa l'incidente: non vengono avvisati che di lì a pochi minuti, di notte, sarebbe passato un treno regionale a tutta velocità. Li prende in pieno, muoiono in cinque: Michael Zanera, 34 anni, Giuseppe Sorvillo, 43, Saverio Giuseppe Lombardo, 52, Giuseppe Aversa, 49, e Kevin Laganà, 22.

È un'escalation continua. Alcune istantanee restano impresse nell'opinione pubblica. Eccone un'altra: 4 settembre 2023, provincia di Viterbo. In un cantiere a Corchiano un gruppo di operai lavorano sulla parete esterna di uno stabile dell'Ater. All'improvviso un crollo ha coinvolto due di loro: un operaio edile di 54 anni, Alfonso Gisini, rimane gravemente ferito, morirà poco dopo, ricoverato in ospedale. Più di recente, il 16 febbraio, la strage di Firenze. Muoiono quattro operai: un cantiere dell'Esselunga crolla, cede una enorme trave di cemento. 

Un record

L'esplosione di Suviana, il drammatico conto dei morti che rischia di salire di ora in ora, è uno degli incidenti sul lavoro più gravi che l'Emilia-Romagna ricordi. Resta impressa nella memoria la tragedia al cantiere Mecnavi del 13 marzo 1987: un gruppo di 13 addetti alla rimozione dei residui di carburante, operai tra i 18 e i 60 anni, muoiono durante la manutenzione della nave gasiera Elisabetta Montanari a causa di un incendio scoppiato nella notte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA