Pnrr, il nuovo obiettivo è azzerare le cause arretrate: 400mila fascicoli da smaltire entro il 2024

Pnrr, il nuovo obiettivo è azzerare le cause arretrate: 400mila fascicoli da smaltire entro il 2024
di Andrea Bassi
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Sabato 2 Dicembre 2023, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 19:40
Azzerare o quasi l'arretrato della giustizia civile e tagliare la durata dei processi. Dopo la lunga trattativa con la Commissione europea, il governo italiano prova a rilanciare sull'efficientamento della macchina giudiziaria, soprattutto quella civile, necessaria a dare certezze alle imprese e rendere il Paese più attrattivo. Dai documenti completi depositati dalla Commissione europea emergono i nuovi obiettivi che il governo italiano si è dato in questo campo. E soprattutto il "piano" per attuarli. Entro la fine del prossimo anno dovrà esserci una prima incisiva sforbiciata all'arretrato civile. I casi pendenti in primo grado davanti ai tribunali, e che al 2019 hanno maturato un'età di almeno tre anni, dovranno essere ridotti del 95 per cento. Siccome i fascicoli pendenti con queste caratteristiche sono ben 337.740, ne dovranno essere smaltiti poco più di 320 mila. In secondo grado, nelle Corti di Appello, ci sono 98.371 casi che al 2019 sono "appesi" da almeno due anni. Anche questo arretrato dovrà essere smaltito quasi interamente (al 95 per cento). Significa che dovranno essere "decisi" più di 93 mila casi. Insomma, tra primo e secondo grado dovranno andare a sentenza poco più di 400 mila contenziosi. La scure sugli arretrati riguarderà anche i Tar e il Consiglio di Stato. Sempre entro dicembre del prossimo anno, i tribunali amministrativi regionali dovranno smaltire il 25 per cento dell'arretrato al 2019. Ci sono 109.029 cause pendenti, dunque almeno 27 mila dovranno andare a sentenza. Il Consiglio di Stato dovrà tagliare il suo arretrato al 2019 del 35 per cento, chiudendo almeno 4.800 delle 24 mila cause ancora aperte.Il secondo step sarà l'azzeramento totale di quasi tutto l'arretrato. Entro giugno del 2026 dovranno passare in giudicato quasi 1,2 milioni di procedimenti civili di primo grado aperti tra il 2017 e il 2022 e quasi 180 mila procedimenti in appello aperti tra il 2018 e il 2022. Viene poi confermato l'obiettivo originale del Pnrr, ossia tagliare del 40 per cento la durata media dei processi civili e del 25 per cento di quelli penali. Ma come si farà ad ottenere questi obiettivi? Una serie di misure per la giustizia dovrebbero essere declinate in un prossimo provvedimento legislativo, probabilmente un nuovo decreto Pnrr. Si punterà di nuovo, e molto, sull'Ufficio del Processo, lo staff che affianca i magistrati per aiutarli proprio a smaltire gli arretrati. Il contingente sarà ridotto da circa 19 mila persone a 10 mila, ma in realtà si tratta di un rafforzamento. Questo perché la precedente versione del Pnrr prevedeva che di fossero due contingenti di circa 8.500 persone a darsi il cambio tra il 2022 e il 2026. In servizio, insomma, ci sarebbero stati sempre circa 8.500 persone. È stato invece deciso di confermare gli attuali addetti i cui contratti saranno tutti prorogati fino a giugno del 2026. Si proverà inoltre a risolvere un altro problema che fino ad oggi ha reso difficoltoso il cammino dell'Ufficio del processo soprattutto nei tribunali del Nord Italia: l'alto numero di dimissioni dei vincitori di concorso.

IL PASSAGGIO

Ad aprile di quest'anno, aveva spiegato il governo nella sua terza relazione sul Pnrr, si erano dimessi ben 2.286 addetti all'Ufficio del processo.

Il nuovo accordo con l'Europa prevede adesso di introdurre degli «incentivi» per «attrarre e trattenere» i vincitori del concorso. Ma non ci sarà solo questo. Il nuovo piano prevede anche un sistema di «premi» per gli uffici giudiziari che raggiungeranno gli obiettivi di riduzione dell'arretrato e un sistema di «supporto» a quelli che invece sono più indietro.

Non tutti viaggiano infatti allo stesso passo. Nel documento con le richieste italiane di modifica del Pnrr, il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, aveva ricordato come nel 2021 e nel 2022, rispetto al triennio che va dal 2017 al 2019, si è registrata una riduzione media dell'arretrato del 6 per cento contro il 9,2 per cento degli anni precedenti. E questo con una situazione molto eterogenea. Novantacinque tribunali su 140 tra il 2019 e il 2022 hanno ridotto l'arretrato civile con una media del 28 per cento, mentre nelle restanti 45 sedi si è registrato un aumento dell'arretrato. Colpa soprattutto dell'onda di ricorsi in materia di protezione internazionale. Ma ora c'è fiducia che l'entrata in vigore delle nuove norme del processo civile aiuti a raggiungere i target del Piano europeo.

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