Regione Lazio, appello a politici e personale: «Fa caldo, ma vestitevi decorosamente». La circolare

In troppi si presenterebbero in tenute quasi "balneari". La nota della Pisana che richiama il regolamento sul vestiario

Regione Lazio, l'appello nella circolare a politici e personale: «Fa caldo, ma vestitevi decorosamente»
di Riccardo Palmi
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Venerdì 21 Luglio 2023, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 10:28

Sarà la vicinanza al litorale laziale, sarà il caldo torrido delle ultime settimane, ma sempre più spesso si vedrebbero politici e personale presentarsi alla sede del Consiglio regionale del Lazio in bermuda e infradito. Una deriva "balneare" contro cui è intervenuta negli ultimi giorni perfino una nota ufficiale della Pisana. «La circolare non fa null'altro che richiamare il regolamento», dichiara una funzionaria «e personalmente sono anche d'accordo». In sostanza, l'invito è quello a vestirsi decorosamente nel rispetto delle istituzioni.

Il gran caldo estivo di certo consente qualche deviazione da abbigliamenti iper-formali. E la spiaggia di Fregene dista dalla Pisana una mezzoretta di macchina: per cui, tra una seduta e una votazione, magari qualcuno ne approfitta per fare un salto. Tutto legittimo. Nessuno ovviamente pretende lo stile di Aldo Moro, ritratto in una celebre foto in spiaggia vestito di tutto punto, con tanto di cravatta. O, più in generale, dei politici della Prima Repubblica, con le loro pesanti giacche sempre rigorosamente indossate estate e inverno.

Ma anche oggi che l'attenzione all'abbigliamento è diversa, nelle sedi istituzionali serve mantenere il decoro richiesto.

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I precedenti

Nel periodo estivo sono molti gli uffici pubblici che richiamano all'ordine i propri dipendenti, chiedendo abbigliamenti consoni. Il tribunale di Bergamo, ad esempio, qualche anno fa emanò una circolare che vietava agli avvocati di presentarsi in udienza con vestiti «di tipo balneare e da tempo libero». Altrove, invece, si arrivò a una mediazione, esonerando i legali dall'obbligo di cravatta in udienza. Per tornare alla politica, nel 2015, l'allora sindaco di Messina Renato Accorinti si vide negare l'ingresso all'Assemblea regionale siciliana in quanto sprovvisto di cravatta. 

 

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