L'inchiesta sullo scandalo corruzione negli investimenti verdi travolge il governo portoghese e lo stesso premier, Antonio Costa, costretto a dimettersi dopo 8 anni alla guida del Paese. L'annuncio in tv del primo ministro socialista è arrivato dopo una mattinata convulsa in cui la polizia ha compiuto blitz e perquisizioni negli uffici governativi, nei ministeri e tra le persone a lui più vicine. «Sono fiducioso nel funzionamento della giustizia e voglio dire ai portoghesi, guardandoli negli occhi, che non ho sulla mia coscienza il peso di nessun atto illecito», ha detto Costa davanti alle telecamere, mentre da ore circolavano indiscrezioni su un suo possibile coinvolgimento penale nella vicenda che ha portato all'arresto di diverse persone del suo entourage.
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Antonio Costa, il fermo del capo di gabinetto
Il fermo è infatti scattato per il suo capo di gabinetto, Vítor Escaria, del sindaco della città portuale di Sines, Nuno Mascarenhas, e dell'imprenditore, consulente e amico personale del premier, Diogo Lacerda Machado.
Antonio Costa, le telefonate
Uno snodo importante dell'inchiesta sarebbero proprio tre telefonate tra Costa e Matos Fernandes, intercettato dagli inquirenti che indagavano sull'allora ministro e su un investimento di oltre un miliardo e mezzo nell'idrogeno verde. Recentemente la Corte suprema aveva autorizzato l'uso di una delle tre telefonate. Gli indagati, che da stamattina si trovano in stato di fermo, saranno interrogati nelle prossime 48 ore, ma per il ministro Galamba è già scattata l'ipotesi di reato: corruzione attiva e passiva e abuso d'ufficio. Ora per il Portogallo si apre una pagina politica delicata. Il Presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, ha convocato il Consiglio di Stato per giovedì prossimo, poi parlerà alla nazione. Per Costa, che dal 2015 al 2022 aveva guidato esecutivi di minoranza (il secondo era caduto sull'approvazione della Finanziaria 2022), l'attuale governo, nato dalla maggioranza assoluta ottenuta il 30 gennaio 2022, doveva essere quello più facile.
E invece è arrivato il terremoto, anticipato da una serie di scosse e dimissioni, che il gergo giornalistico nazionale aveva ribattezzato casi e casuccì. Proprio ieri il Parlamento aveva iniziato a discutere gli emendamenti alla bozza di legge di Bilancio, che dovrebbe essere approvata definitivamente il prossimo 29 novembre. Sarà l'ultima Finanziaria di António Costa, che per il momento vede compromesse anche le sue note aspirazioni ad un incarico di livello Ue: proprio dopodomani a Malaga all'appuntamento dei socialisti per le europee sarebbe stata una star, tra i possibili candidati alla presidenza del Consiglio europeo. Ora anche la sua presenza alla riunione è in fortissimo dubbio.