Il caso Acca Larentia, scontro Schlein-FdI. Le indagini della Digos

La segretaria dem sui saluti romani: «Meloni non ha niente da dire?». Il partito del premier: «Sinistra ipocrita, è sempre stato così dal ‘78»

Il caso Acca Larentia, scontro Schlein-FdI. Le indagini della Digos
di Mario Ajello
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Martedì 9 Gennaio 2024, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 09:20

ROMA Lungo tutta la giornata sono piovute critiche e attacchi («Perché non parla?», «Perché non condanna?») contro Giorgia Meloni per il caso della commemorazione al grido «Camerata? Presente!» (più i saluti romani) della strage di Acca Larentia. La classica adunata «nera» in formazione militare tra i palazzi del Tuscolano, dove prima c'era la sede dell'Msi davanti alla quale il 7 gennaio 1978 furono uccisi due giovani esponenti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, e poi, durante gli scontri con le forze dell'ordine, anche Stefano Recchioni. Sinistra indignatissima, polemiche a valanga, interrogazioni parlamentari a Meloni, Piantedosi, Nordio, la Digos che sta studiando i filmati e invierà un'informativa ai magistrati che dovranno valutare la formale apertura di un fascicolo di indagine, il vicepresidente stellato della Camera (Sergio Costa) che annuncia un esposto alla Procura per accertare «eventuali reati di apologia del fascismo». E FdI, obiettivo di tanta reazione, accusata di essere parte di questa vicenda rituale che viene da lontano e si lega fuori tempo massimo agli anni di piombo e del più sanguinario furore ideologico di cui fecero le spesse i ragazzi di destra come quelli di sinistra? A un certo punto di una giornata incandescente - in cui hanno spopolato sui social i video della parata serale del 7 gennaio, mentre al mattino si era svolto un ricordo istituzionale con il presidente regionale Rocca e la vice Angelilli; l'assessore della giunta di centrosinistra romana, Miguel Gotor; il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, e il senatore di Fdi, Andrea De Priamo - è arrivata la nota ufficiale del partito meloniano.

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Vi si legge: «Su Acca Larentia si abbatte la solita ipocrisia della sinistra. È dal 1978 che su quel piazzale si commemorano, anche con il rito del "presente", dei ragazzi uccisi da un commando terroristico di estrema sinistra.

Un caso rimasto senza giustizia. In tutto questo tempo la sinistra è stata varie volte al potere, ma finge solo oggi di scoprire la commemorazione di Acca Larentia. Finora, anche sotto i governi Pd, si è reputato di non intervenire per impedirla. Curioso che la sinistra abbia cambiato idea solo ora. Utilizzare il ricordo della tragica morte di tre ragazzi ammazzati dall'odio comunista per fare bieca propaganda è squallido e vigliacco». E così, invece di farsi schiacciare dalla polemica subito scatenata da parte della Schlein («Se gridi Viva l'Italia antifascista´ alla Scala vieni identificato, se vai a un'adunata neofascista con saluti romani e striscioni invece no. Piantedosi chiarisca come sia potuto accadere. E Meloni non ha niente da dire?») e di tutti gli altri (Calenda: «Vergogna inaccettabile» e così Zingaretti e tanti a sinistra ma anche in Italia Viva e al centro con Lupi: «I saluti romani sono estranei alla nostra cultura politica»), FdI ha deciso di contrattaccare. Anche Forza Italia, per bocca di Antonio Tajani, si esprime sulla vicenda e lo fa con una netta presa di distanza rispetto alla commemorazione: «Noi siamo antifascisti. Chi ha avuto un comportamento deve essere certamente condannato da parte di tutti, come devono essere condannate tutte le manifestazioni di sostegno a dittature. C'è una legge, è previsto che non si possa fare apologia di fascismo nel nostro Paese».

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I PARAGONI

Schlein fa questo paragone sproporzionato: «Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924». Quando venne ucciso Matteotti. Entra in scena addirittura il loggionista della "prima" della Scala, Marco Vizzardelli: «A me hanno mandato la Digos per aver gridato evviva l'Italia anti-fascista. Questi violano la Costituzione e nessuno dice niente». Ma FdI non si fa mettere nell'angolo. Dice Rampelli: «Questa vicenda non c'entra nulla con il nostro partito». E siccome aggiunge che per 46 anni, «anche quando c'è stata la sinistra al governo», nessuno ha mai chiesto alcuna indagine sulla commemorazione di Acca Larentia, il deputato dem, Casu, gli ribatte che non è vero. Incalzando: «La memoria dei tragici fatti di via Acca Larentia, in cui vennero barbaramente uccisi tre ragazzi del Fronte della Gioventù, niente ha e deve avere a che fare con l'adunata apologetica del fascismo che in quel luogo viene organizzata ogni anno».
Di fatto, c'è una destra-destra che ancora non vuole lasciare la scena, una destra istituzionale e post che non condanna con la necessaria durezza certi riti fuori tempo e una sinistra che vede il ritorno del fascismo un giorno sì e un altro pure ma così non è.

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