Il principe con maglia a righe rosse, il Checco di scuro vestito. Ognuno sotto il suo cappello - Zalone al piano, De Gregori al microfono - partono con Buonanotte fiorellino. E la presentazione del loro Pastiche, l'album in 15 tracce dal titolo "vintage", che esce oggi dopo essere stato anticipato dal singolo Giusto o sbagliato, diventa subito uno spettacolo vero e proprio. Una sorta di prova generale del concerto che presenteranno il 5 e il 9 giugno alle Terme di Caracalla: due sole date in cui entrambi canteranno (Checco vorrebbe anche un pezzo di Celentano) e improvviseranno.
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I CLASSICI
Alla presentazione, i due hanno interpretato alcuni classici De Gregori contenuti nel disco: oltre a Buonanotte fiorellino, Rimmel e Pezzi di vetro. Si sono poi esibiti nell'Alejandro firmato Luca Medici (Zalone, appunto) e nei Pittori della domenica, un Paolo Conte poco frequentato che - spiega Francesco - «è una bella descrizione lirica dell'amore per l'arte da parte di chi non riesce a farla, e per noi che siamo arrivati qui è facile a volte provare la sensazione di avere usurpato qualcosa ad altri ugualmente bravi». Spiegazione romantica, che però diventa gag quando si mette a cantare dimenticando i versi, mentre Checco dal piano glieli suggerisce. In Pastiche diverse sono le cover altrui, da Venditti (Le cose della vita) a Pino Daniele (Putesse essere allero). Poi c'è il nuovo Giusto o sbagliato. «Ho provato a tradurre My Way, ma ho capito che in italiano non reggeva, nel confronto con mostri sacri come Sinatra e Presley. Quindi ho attinto da lì e ho scritto questa nuova canzone. Che è sempre il bisogno di fare un bilancio della propria esistenza, cosa che alla mia età è naturale», spiega il 73enne De Gregori. Però, si inserisce il più giovane (46 anni) Zalone: «Quando gli artisti superano i 60 diventano livorosi, incazzati. Il maestro invece non parla mai male del mondo moderno, della trap o della musica di oggi: amo la sua assenza di retorica e moralismo, pur con un profondo senso etico».Replica l'altro: «Ho conosciuto Checco attraverso i suoi film e ne ho apprezzato lo sguardo innocente e dolce sulle creature umane e la società; anche quando deve essere corrosivo mostrando una figura di italiano medio come faceva Sordi, lo fa sempre senza cattiveria, con delicatezza. La stessa attenzione che ha nell'interpretare la musica».