Stefano Tacconi, finalmente il ritorno a casa dopo il malore: «Adesso cucino io»

L'ex portiere della Juventus era stato colpito da un'emorragia cerebrale

Tacconi
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Martedì 31 Ottobre 2023, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 09:18

Stefano Tacconi è finalmente tornato a casa. L'ex portiere della Juventus ha terminato il proprio percorso di riabilitazione ed è stato dimesso dall’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dove era ricoverato dopo l'emorragia cerebrale che lo aveva colpito nell’aprile 2022. Tacconi era già uscito a marzo scorso, ora però può tornare finalmente a casa a Milano: «Torniamo a casa. Questa volta tutti insieme» ha esultato su Instagram. «Adesso finalmente cucino io. Così mangiate qualcosa di buono», ha poi promesso alla moglie Laura e ai suoi quattro figli.

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Il racconto del figlio Andrea 

«Ha cucinato orecchiette alle cime di rapa, gliele avevano regalate in Puglia prima di partire», ha raccontato al Corriere della Sera il figlio maggiore Andrea. «Il frigo è tutto rotto, lo dobbiamo sistemare», sono state le sue prime parole appena entrato in cucina. «Fa un effetto strano guardare fuori, vedere magicamente delle case nuove», ha commentato affacciato al balcone. Dovrà ancora andare in una struttura nel Milanese almeno un paio di ore alla settimana. Tacconi è ancora costretto alla sedie a rotelle, ma sta utilizzando sempre più spesso le stampelle. Il recupero è lento ma costante progresso lento ma costante, e il peggio sembra passato. Il malore lo aveva colpito la mattina del 23 aprile dell’anno scorso, dopo un evento ad Asti la sera prima.

La fede, in particolare quella a Padre Pio, è stata uno dei fattori determinanti per il suo recupero, come ha rivelato la moglie Laura su Facebook: «La fede, sentirlo sempre vicino e sentire sempre dei segnali forti, è stato per noi davvero importantissimo.

A San Giovanni abbiamo trovato veramente un mondo di emozioni, di aiuto, di forza da parte dei dottori con la scienza, da parte della fede con Padre Pio, di cui come sapete siamo molto devoti. Torniamo a Milano con tutto questo nel cuore. Torniamo a casa diversi. È stato un percorso che ci ha cambiato in un modo indelebile».

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